Chi di casta ferisce, di casta perisce: M5s, così fan tutti - QdS

Chi di casta ferisce, di casta perisce: M5s, così fan tutti

Raffaella Pessina

Chi di casta ferisce, di casta perisce: M5s, così fan tutti

martedì 15 Novembre 2022

Scoppia il caso del salvagente da 70mila € agli ex Crimi e Taverna. Grillini con le bocche cucite, Nuccio Di Paola: “Non commento”

PALERMO – La notizia sta rimbalzando da un quotidiano all’altro: il Movimento Cinquestelle sembrerebbe aver ceduto, adeguandosi alle logiche dei partiti, e per salvare Paola Taverna e Vito Crimi, rimasti fuori dal Parlamento per la regola del secondo mandato, avrebbe preparato due contratti da 70 mila euro all’anno per premiare i due più meritevoli, che verranno pagati con i fondi a disposizione dei gruppi parlamentari, pagati quindi dai contribuenti.
Per uno si prospetta un contratto da dipendente del gruppo parlamentare alla Camera, per l’altro al Senato. Il tutto dovrebbero essere ufficializzato entro fine mese.

Una “rotta”, quella intrapresa dal M5s, che già sono in molto, tra i pentastellati della prima ora, a non digerire. Ma ci riferiamo anche a chi è rimasto fuori dal Parlamento nazionale e ora si sente un grillino di serie B. Mentre per quelli di serie A, oggi il Movimento Cinquestelle sembra disposto a “rivedere” la sua posizione nei confronti della “casta”, contro cui una volta si scagliava.
Adesso invece sembra orientato ad adottare, nell’ormai nota logica del così fan tutti, gli escamotage per continuare a foraggiare il bacino dei fedelissimi.

Ad aggiungere malumori c’è anche il fatto che per poter sfornare i due contratti sono stati lasciati a casa 20 collaboratori, alcuni dei quali storici, in servizio dalla prima legislatura del 2014 e che si sono ritrovati in mezzo ad una strada. A loro sarebbe stato detto che gli eletti erano in numero inferiore e che non ci sarebbero stati soldi per rinnovare i contratti.

È vero che il Movimento nella passata legislatura annoverava 300 parlamentari ed oggi sono solo 80 a causa anche della scissione tra Conte e Di Maio. Ma è anche vero che i tagli sarebbero stati operati per fornire il salvagente a due ex deputati. Tra i sacrificati vi sono nomi noti ai militanti del M5s, come il fotografo e videomaker, assunto ai tempi di Gianroberto Casaleggio, Nicola Virzì, che ha scritto un malinconico messaggio d’addio su Facebook: “In questi ultimi 9 anni e mezzo ho avuto l’onore di lavorare nella comunicazione del Movimento, prima al Senato e poi alla Camera dei deputati, ho fatto un milione di foto e centinaia di video, ho percorso non so quanti chilometri in giro per il Paese, dopo 15 anni la mia avventura finisce qui”.

A scegliere chi far rientrare dalla finestra dopo averli fatti uscire dalla porta sbandierando lo Statuto del M5s sarebbe stato lo stesso Conte, già in passato al centro di polemiche per aver solo provato a pensare a delle deroghe per alcuni particolarmente meritevoli come Roberto Fico. Inevitabilmente questa decisione susciterà un vespaio di polemiche. Uno dei due interessati, Paola Taverna, ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcun contratto che la riguarda, tuttavia alcune fonti interne al M5s confermano che Taverna dovrebbe prendere “servizio” a giorni. Lo stesso Conte si era tenuto riservato e aveva commentato l’uscita di una classe dirigente capace dicendo che avrebbero “trovato le forme e i modi per valorizzare il patrimonio di competenze ed esperienze dei portavoce che durante questa legislatura hanno contribuito a fare del Movimento una notevole forza riformatrice”.

Ma l’operazione sembra appena cominciata perché in previsione c’è la stabilizzazione di una dozzina di persone tra ex deputati e senatori. Oltre a Roberto Fico si fanno i nomi della ex ministra Fabiana Dadone, della ex senatrice Laura Bottici, l’ex tesoriere del gruppo alla Camera Claudio Cominardi, l’ex vice presidente della Camera Maria Edera Spadoni, e l’ex sottosegretario Carlo Sibilia. Questa decisione di retribuire ex deputati e senatori insieme con il problema delle casse mezze vuote potrebbe creare problemi a retribuire gli incarichi sul territorio. Per capirne di più sulla vicenda il Quotidiano di Sicilia ha contattato il deputato regionale Nuccio di Paola, che per il momento ha scelto di non commentare quanto sta accadendo a livello nazionale.

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