Chi è Razza, delfino di Musumeci dal 1999 sino ai "morti spalmati" - QdS

Chi è Razza, delfino di Musumeci dal 1999 sino ai “morti spalmati”

Chi è Razza, delfino di Musumeci dal 1999 sino ai “morti spalmati”

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martedì 30 Marzo 2021

Quello tra Razza e Musumeci è un sodalizio antico: appena ventenne l'enfant prodige della destra borghese sostenne il suo mentore quando, nel '99, venne rieletto all'Europarlamento

“Questa è senza dubbio l’esperienza
più difficile che ho dovuto affrontare, ho cercato di onorarla con gli
insegnamenti ricevuti da mio padre e che sono gli stessi, che spero, di avere
la forza di insegnare a mio figlio”.

Era il 26 novembre dell’anno scorso.
Voce tremante per la commozione, Ruggero Razza si difendeva nel Parlamento
siciliano dalla mozione di censura, poi respinta dalla maggioranza di
centrodestra, strappando gli applausi dei deputati di coalizione mentre le
opposizioni gli contestavano la pessima gestione dell’emergenza Covid.

Sei mesi prima, il suo nome era
finito nelle carte dell’inchiesta “Sorella sanità” della guardia di
finanza su un giro di mazzette: il faccendiere Giuseppe Taibbi, parlando con il
manager Antonio Candela (entrambi arrestati) lo definiva “il
bambino”, sostenendo che il presidente della Regione Musumeci
“avrebbe dovuto levarlo dai coglioni”, perché dava fastidio agli
affaristi.

Un ruolo complicato quello di Razza, 41 anni, di professione avvocato penalista e scuola alla Nunziatella di Napoli, scelto tre anni e mezzo fa da Musumeci per guidare la sanità in Sicilia: un sistema da 12 miliardi di euro all’anno, un terzo del totale della spesa del bilancio regionale.

Chi lo conosce bene, racconta che
Razza pensava di mollare già a novembre (ai tempi della censura) perché stanco
dei continui attacchi e dei tanti ostacoli incontrati all’interno del complesso
sistema sanitario nella gestione della pandemia. Tanto che avrebbe confidato ai
più stretti collaboratori di non voler sentire più parlare dell’ipotesi di
poter fare il governatore in Sicilia, un sogno che coltivò tredici anni fa. Era
il 2008: corse per la presidenza della Regione col sostegno de La Destra, che
aveva appena assorbito Alleanza siciliana, il movimento politico culturale
fondato da Nello Musumeci 5 anni prima, dopo avere lasciato An. Francesco
Storace gli affidò il ruolo di portavoce nazionale di Gioventù Italiana, una
sorta di ritorno al passato per Razza, che all’inizio della sua folgorante
carriera politica ricoprì il ruolo di dirigente nazionale di Azione Giovani.

Quello tra Razza e Musumeci è un sodalizio antico: appena ventenne l’enfant prodige della destra borghese sostenne il suo mentore quando, nel ’99, venne rieletto all’Europarlamento: il loro rapporto si consolidò ancora di più dopo lo strappo che sancì la separazione tra Musumeci e gli storici esponenti di An, Mimmo Nania e Guido Lo Porto.

 Il suo primo ruolo istituzionale arrivò nel
2012, Razza fu nominato assessore e poi vice presidente della Provincia di
Catania, che il suo maestro Musumeci aveva guidato da presidente tra il 1993 e
il 2003.

Insieme fondarono il movimento “Diventerà bellissima”, nato nel pieno della stagione “crocettiana” come soggetto civico con l’idea di coinvolgere la società civile per intercettare quel consenso disperso della destra storica ormai frammentata. Con le dimissioni dalla carica di assessore alla Sanità, dopo l’inchiesta della Procura di Trapani sui presunti dati falsi trasmessi all’Iss, questo lungo sodalizio rischia di spezzarsi definitivamente.

Alfredo Pecoraro

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