Vicino a dei riferimenti importanti come don Giovanni Scaletta e l'Onorevole Giuseppe Lumia, l'uomo era considerato una personalità scomoda per la mafia
A distanza di 25 anni dall’omicidio di Domenico Geraci (per tutti Mico), torna di moda la vicenda. Nelle scorse ore, infatti, c’è stata una vera e propria svolta sul caso avvenuto l’8 ottobre del 1998 a Caccamo, nel palermitano. Il sindacalista di 44 anni venne ucciso a fucilate alla presenza di moglie e figlio e, per anni, il mandante dietro a questo omicidio rimase un mistero. Adesso, venticinque anni dopo la morte di Mico Geraci, la verità è emersa: a dare l’ordine dell’assassinio furono i boss Trabia, i fratelli Pietro e Salvatore Rinella.
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Chi era Mico Geraci: il patronato e gli inizi in politica
Ucciso a colpi di fucile a Caccamo nell’ottobre del 1998, Domenico “Mico” Geraci era un sindacalista 44enne della Uil Allevatori. Il sogno e obiettivo? Quello di diventare sindaco della sua Caccamo, nel palermitano. In politica dal 1978 (quando venne eletto al consiglio comunale con la DC), Mico Geraci gestiva un patronato di Caccamo e, in contemporanea, era già all’epoca impiegato con il sindacato Uil.
Chi era Mico Geraci: una personalità scomoda per la mafia
Vicino a dei riferimenti importanti come don Giovanni Scaletta e l’Onorevole Giuseppe Lumia, Mico Geraci era una personalità scomoda per la criminalità organizzata siciliana. “Mico”, infatti, due mesi prima della sua morte aveva apertamente puntato il dito contro la mafia.
A finire nel mirino del sindacalista fu il piano regolatore di Caccamo e la gestione dell’acqua comunale. Geraci, con la sua attività, riuscì a mettere a nudo diverse anomalie sull’amministrazione di un Comune, quello di Caccamo, che fu poi sciolto per mafia.
Chi era Mico Geraci: la ricostruzione della sua morte
Ucciso a colpi di pistola, la sua morte è stata oggetto di indagini per 25 anni. Bisogna infatti tornare indietro fino all’8 ottobre del 1998. In compagnia di moglie e figlio (all’epoca diciassettenne), il sindacalista Uil stava rientrando nella sua abitazione di Caccamo poco dopo le 20:30. Arrivato nei pressi della sua abitazione, un uomo scese da una Fiat Uno e – alla presenza dei familiari – sparò sei colpi di fucile all’indirizzo di Mico Geraci. Adesso, a 25 anni di distanza dall’omicidio, ecco la verità: a richiedere la morte del sindacalista furono i boss Trabia, i fratelli Pietro e Salvatore Rinella.