Tardino si è sparato mentre era al telefono con i carabinieri, che lo avevano rintracciato e stavano cercando di convincerlo a costituirsi
I carabinieri sono in via Riesi, a Licata, nell’Agrigentino, dove una intera famiglia è stata sterminata da un uomo che ha poi tentato il suicidio, sparandosi un colpo di pistola in testa. L’omicidio è avvenuto questa mattina, alle 6 circa. Alessandro Tardino, classe 1972, si è recato nella casa della famiglia del fratello uccidendo tutti: il fratello, la cognata e i due figli della coppia, di 11 e 15 anni. Dopo è scappato tentando il suicidio ma non è morto. I NOMI DELLE VITTIME. ECCO CHI ERANO. CONTINUA LA LETTURA
Chi sono le vittime
Tardino si è sparato mentre era al telefono con i carabinieri, che lo avevano rintracciato e stavano cercando di convincerlo a costituirsi. Adesso è in condizioni gravissime, tanto che sarebbe già stata dichiarata la morte cerebrale. Le vittime sono Diego Tardino, la moglie di lui, Alexandra, e i figli della coppia, Alessia, la più piccola, e Vincenzo. Sul luogo della strage la pm Paola Vetro e il medico legale.
Dissapori e diverbi sui terreni di proprietà alla base della strage di Licata. Angelo Tardino ha ucciso il fratello, la moglie e i due figli di 11 e 15 anni e poi si è sparato.
Il sindaco Galanti: “Evento drammatico”
Il sindaco della città di agrigentina, Pino Galanti, è intervenuto ai microfoni di QdS.it: “Una tragedia difficile da commentare -spiega -. Ha perso il senso della ragione. Un evento drammatico perché ha sterminato non solo la famiglia del fratello, ma ha rovinato anche la sua. Nessuna motivazione può giustificare quanto accaduto. Da quello che mi risulta anche l’assassino ha dei bambini della stessa età dei nipoti. Famiglie di agricoltori che non avevano problemi economici, ma pare che vi fossero diatribe legate ai confini delle loro proprietà, che riguardano l’agricoltura”.