Basato sulla stessa storia vera che ha ispirato il film di animazione “Balto” e il successivo live action “Togo”. Su una slitta trainata da un cane, portò del siero antidifterite nella piccola cittadina di Nome, salvando le vite di tanti bimbi
BALTO E TOGO – LA LEGGENDA
Regia di Brian Presley. Con Brian Presley (Leonhard Seppala), Treat Williams (Dr. Welch).
Usa 2019, 87’.
Distribuzione: Notorius Pictures
Basato sulla stessa storia vera che ha ispirato il film di animazione “Balto” (prodotto nel 1995 dalla Amblin Entertainment di Steven Spielberg) e il successivo live action “Togo” (lanciato lo scorso anno sulla piattaforma streaming Disney+), “The Great Alaskan Race” – questo giustamente il titolo originale, considerando che i cani non sono affatto protagonisti in questa versione – vorrebbe mettere in scena la vita di Leonhard Seppala e in particolar modo l’evento per cui è ancora oggi ricordato, ovvero l’aver consentito, nell’ambito di un’impresa disperata a bordo di una slitta trainata da un cane, di trasportare il siero antidifterite nella piccola cittadina di Nome, salvando così le vite di tanti bimbi.
Seppala era norvegese e si trasferì nei primi anni del Novecento in Alaska alla ricerca di oro. Non lo trovò, ma in compenso incontrò l’amore di una Inuit, che sposò, salvo poi rimanere presto vedovo. Nel film è interpretato da Brian Presley, qui anche produttore, montatore, sceneggiatore e, per la prima volta, regista.
L’aver condensato così tante mansioni in un’unica figura non sembra aver giovato al film. Nonostante la cura nelle scenografie e nei costumi, la narrazione procede a fatica dando enfasi ai tanti personaggi secondari e ponendo spesso e volentieri sullo sfondo cani e protagonista. I primi, addirittura, praticamente neanche si vedono, e questa sarà sicuramente una grande delusione per i bambini e le famiglie che raggiungeranno la sala attratti dal titolo italiano.
Insicura e mediocre, la regia solo all’inizio riesce a incantare con belle vedute panoramiche, ma per il resto non riesce a imprimere alcuna sensazione forte né rispetto ad un’ambientazione spazio-temporale così atipica né rispetto a una vicenda dai connotati tragici e disperati. Addirittura, della grande corsa in slitta il film non mostra che pochi e confusi frammenti: tutto viene raccontato dall’esterno e l’avventura trasformata in un didascalico e noioso racconto davanti al fuoco.
Voto: ☺☻☻☻☻