Cinema, "Milena, la luna?", un'autentica "maravigghia" - QdS

Cinema, “Milena, la luna?”, un’autentica “maravigghia”

redazione

Cinema, “Milena, la luna?”, un’autentica “maravigghia”

venerdì 17 Settembre 2021

Dopo il debutto nei festival di Marzamemi e Catania, il mediometraggio scritto e diretto da Lazzaro Danzuso sarà proiettato il 20 settembre nell’Arena Adua. I giudizi sul film di Correale e Catalano

Questo film, come la sua protagonista, è una maravigghia, un po’ miracolo e un po’ freak: da spettacolo teatrale che doveva essere, ha mutato genere ed è stato girato in tempi risicatissimi e con modalità funamboliche, diventando ciò che poteva essere, non quel che avremmo voluto che fosse”.

Lo ha detto il regista Giuseppe Lazzaro Danzuso a Marzamemi dove Milena, la luna, mediometraggio di quaranta minuti incentrato sulla figura di un trans di San Berillo, il quartiere catanese della prostituzione, è stato presentato martedì in anteprima nell’ambito del Festival internazionale del Cinema di Frontiera. Tra gli applausi del pubblico, che ha espresso i medesimi consensi l’indomani nel corso di Corti in cortile, dove, viste le richieste, è stato necessario improvvisare una doppia proiezione. 

Ma prima l’assessore Barbara Mirabella ha consegnato un premio speciale alla festeggiatissima Alessandra Cacialli. Nel Palazzo della Cultura è stato annunciato che il film potrà essere visto ancora, sempre a Catania, il venti settembre a partire dalle 19.15 nell’Arena Adua, in una serata a inviti, con successivo ingresso gratuito fino a esaurimento posti. E sarà l’occasione, ha detto il regista, per “annunciare una nuova avventura”.

Lusinghieri giudizi sono stati espressi su Milena da Nello Correale e Davide Catalanopatron, rispettivamente, delle rassegne di Marzamemi e Catania.

“All’inizio – ha detto Correale – ero perplesso perché certe tematiche rischiano di creare nello spettatore un ricatto emotivo: l’argomento è importante e dunque deve interessare. Invece il valore di questo film sta nell’aver saputo amalgamare diversi linguaggi con una naturalezza impressionante. Ed è questa una peculiarità della cinematografia contemporanea, che mescola forme letterarie e teatrali, cinema impressionista ed espressionista e anche un certo documentarismo”.

“Un’opera cinematografica – ha aggiunto Catalano – di forte impatto introspettivo. Gli attori sono riusciti a tirar fuori sentimenti profondi e il regista li ha messi insieme creando qualcosa di magico, capace di lasciare un ricordo profondo. E triste. Bravissima Debora Bernardi, che ha saputo lavorare sul personaggio descritto in una sceneggiatura complessa, difficile. Una grande interpretazione, la sua, come quella di Aldo Toscano”. 

Negli incontri è stato sottolineato inoltre come Milena, la luna sia il pilot di una trilogia sui “nuovi vinti”.

“Con un riferimento diretto – ha detto Aldo Toscano, che nel film interpreta il Professore – a Giovanni Verga, il quale, narrando nei cinque romanzi del ciclo la lotta per l’esistenza, così definiva chi nella vita non era riuscito a realizzare le proprie aspirazioni. Dai luppini di Padron ‘Ntoni a oggi, la situazione di marginalità economica, di degrado, rimane elemento di penalizzazione sociale e culturale, vissuta non solo a Catania, non solo nel Sud, ma anche nelle periferie delle grandi città del centronord”.

“Il tema della deprivazione culturale – ha aggiunto Debora Bernardi – è centrale nel testo, pieno di sofferenza poesia, scritto da Giuseppe Lazzaro Danzuso. Milena non ha potuto conoscere la bellezza del mondo attraverso lo studio. E si lega al suo amante, il Professore, che definisce uno gentile, perché le dona i milioni di parole di un vecchio dizionario, ma anche l’incanto della musica di Vincenzo Bellini. E poesie capaci di mutare il pisciatoio di San Berillo, in una casa”.

Apprezzato anche il documentario sul backstage del film, realizzato dal giovanissimo filmaker Giacomo Seminara, in cui si sottolinea come un altro tema centrale di Milena sia quello della sorte: non c’è colpa nel nascere in un corpo sbagliato, sulla sponda sbagliata del Mediterraneo, al Sud invece che al Nord, in periferia piuttosto che nel centro di una città. O in una famiglia sbagliata perché troppo povera o mafiosa. Voltarsi dall’altra parte o urlare è semplicissimo. Ma ci fa perdere la principale caratteristica della persona umana, non a caso definita umanità. Quella che porta a cercare ciò che unisce, non ciò che divide, valorizzando le differenze combattendo le diseguaglianze.

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