Ritorna il periodo dell’accensione dei termosifoni. In Italia il clima generale si rinfresca e i riscaldamenti da metà ottobre dovrebbero essere accesi al Nord. Nel resto del Belpaese l’avvio è fissato a novembre con le dovute eccezioni. La nazione è suddivisa in 6 zone climatiche che raggruppano gruppi di province (dalla A alla F).
La divisione dell’Italia
- Zona climatica A – Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa;
- Zona climatica B – Le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani;
- Zona climatica C – Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto;
- Zona Climatica D – Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia, Viterbo;
- Zona Climatica E – Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza;
- Zona Climatica F – Belluno, Cuneo e Trento.
Le differenze
Previsti per ogni zona climatica orari d’accensione e date differenti:
Zona A – I termosifoni possono essere tenuti accesi dal 1° dicembre al 15 marzo per un massimo di 6 ore al giorno.
Zona B – Accensione dal 1° dicembre al 31 marzo per 8 ore giornaliere.
Zona C – Operatività dei termosifoni dal 15 novembre al 31 marzo per un massimo di 10 ore.
Zona D – Dal 1° novembre al 15 aprile (12 ore).
Zona E – Massimo 14 ore quotidiane dal 15 ottobre al 15 aprile.
Zona F – Non esiste alcun limite di date e orari.
I rischi
La temperatura massima consentita in casa è di 19 gradi con una tolleranza di 2 gradi. Ad ogni modo sono ammesse deroghe dai comuni. Il mancato rispetto delle disposizioni comporta l’elevazione di una multa. Nello specifico sono previste sanzioni da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000 euro. A stabilirlo la direttiva dell’Unione europea. Inoltre oltre ad essere multati si possono ricevere eventuali altre penalità così come previsto da comuni ed enti locali.

