Cna Trapani: “La ripresa economica c’è ma va governata” - QdS

Cna Trapani: “La ripresa economica c’è ma va governata”

Vito Manca

Cna Trapani: “La ripresa economica c’è ma va governata”

mercoledì 09 Febbraio 2022

L’intervista al vicepresidente Marchese: "Il punto debole della nostra provincia sono le infrastrutture. Mancano le zone per gli insediamenti produttivi e poi c’è la burocrazia che complica tutto"

TRAPANI – La parola d’ordine è futuro e la CNA trapanese schiera tutto il suo nuovo gruppo dirigente a difenderla. Non è una dichiarazione d’intenti ma una strategia, costruita sul campo, a contatto diretto con le imprese associate. Sono di piccole e medie dimensioni e rappresentano il cuore pulsante dell’economia locale. Cuore che ha i suoi punti di forza ma anche criticità storiche, ormai pesanti, che vanno ad aggiungersi all’emergenza pandemica.

Il vicepresidente Giovanni Marchese conosce bene la forza di questo cuore: “La provincia di Trapani, dato il suo patrimonio naturale e culturale, è una meta turistica molto ambita. Il turismo è senza dubbio un punto di forza del sistema economico trapanese che bisogna sfruttare al massimo. Il turismo porta anche ad una crescita dei servizi, del settore agroalimentare e dell’artigianato. Il tessuto imprenditoriale trapanese è molto variegato ed eccelle in tanti settori: agroalimentare, pesca, meccanica. Sul nostro territorio si trovano imprese che sono leader nei loro settori e questo spesso non viene percepito”.

Il cuore è dunque forte ma va messo in sicurezza. “I punti di debolezza della nostra provincia – continua Marchese – sono le infrastrutture, come i collegamenti stradali e ferroviari. Registriamo la mancanza di zone per insediamenti produttivi e poi c’è la burocrazia che spesso complica il lavoro delle imprese. E’ innegabile che con le imprese si creano posti di lavoro. Gli imprenditori generano lavoro per sé e per altri e partecipano allo sviluppo sociale di un territorio”.

Le imprese crescono se possono investire e per investire servono le risorse finanziarie, il credito. Il sindacato, in particolare la Cisl, ha lanciato l’allarme sulle scelte del sistema bancario. Meno sportelli, liquidità difficile da ottenere. Marchese va però, in qualche modo, controcorrente: “Non c’è dubbio che senza le risorse non staremmo neanche a discutere di economia. Sono necessarie sia per gli imprenditori che per gli enti pubblici. Dopo ii lockdown del 2020, Governo e Parlamento hanno messo in campo risorse importanti per affrontare l’emergenza Covid. Sono stati compiuti interventi di vasta portata in settori strategici come sanità, lavoro, fisco, famiglie ed imprese. Un’azione che è proseguita con i ristori, destinati alle categorie più colpite dalle restrizioni. Oggi siamo nella seconda fase, quella del rilancio, e le risorse in campo sono ottime: il bonus 110 per cento ha fatto ripartire il settore edile. Le banche sono necessarie per il credito alle imprese. La chiusura di qualche sportello comporterebbe la perdita di alcuni posti di lavoro ma non creerebbe danni all’economia. Negli ultimi anni è cambiato il rapporto tra banche e clienti, con l’utilizzo dell’home banking e con gli sportelli bancomat, dove si possono effettuare tutte le operazioni. Le banche sono imprese e tagliano anche loro i costi, quando possibile”.

Il vicepresidente va in controtendenza anche rispetto al confronto sulla leva fiscale. C’è chi invoca una tregua. Il dirigente della CNA segue invece un’altra strada: “Più che una tregua fiscale, credo che le imprese chiedano, da sempre, la riduzione del costo del lavoro per diventare più competitive anche rispetto alle imprese dell’estero. Noi, a livello locale, non possiamo che invitare le amministrazioni a mantenere basse le imposte di competenza e a non considerare le imprese, come spesso capita, come dei bancomat”. Banche, fisco, ma anche Piano nazionale di ripresa e resilienza. La parola d’ordine fiducia passa anche da lì. I territori sono in in affanno. E c’è chi si chiede – gli imprenditori più di tutti – se il Pnrr passerà pure da Trapani. Marchese continua a tenere alta la bandiera della fiducia, ma va oltre e fa una proposta: “Il Pnrr è un’opportunità senza precedenti, ci sono milioni di euro a disposizione che attendono solo i progetti esecutivi da realizzare. Non bisogna fare errori e quindi è necessario organizzarsi con tutte le parti interessate: enti locali, associazioni datoriali e sindacati, banche ed università. Bisogna raggiungere un obiettivo comune”.

La richiesta della CNA trapanese è diretta. “Proponiamo – rilancia Marchese – un tavolo tecnico permanente con tutte le parti interessate allo sviluppo locale. Lancio un appello all’amico Gregory Bongiorno, Presidente di Sicindustria, a fare sintesi, perché sono convinto che le piccole imprese sono complementari a quelle più grandi per creare sviluppo nel territorio”.

Tavolo tecnico che dovrà puntare sui numeri che ci sono e che parlano chiaro: “Indicano una forte ripresa dell’economia italiana e di conseguenza anche di quella trapanese. Sono positivi anche i dati sull’export della nostra provincia che raggiunge un +17,71%. CNA Sicilia, nelle scorse settimane, ha predisposto un accordo con il Consorzio Med Europe Export per preparare ed agevolare il percorso d’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese dell’Isola che operano nel settore tessile e della moda, dell’agroalimentare, del turismo e nella commercializzazione degli oggetti preziosi”.

Numeri che però subiscono l’insidia dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. “Le piccole e medie imprese – conclude il vicepresidente Marchese – pagano l’energia quattro volte di più rispetto alle grandi ed il 33,5% in più della media europea. La componente parafiscale della bolletta, per una piccola impresa, indice quasi per il 35% sul totale. I provvedimenti che sono stati presi in questi mesi per attenuare i forti rialzi, come la riduzione dell’Iva dal 22 al 5 per cento non sono utili. L’Iva per le aziende è una partita di giro e non un costo. Credo che sia necessario, invece, seguire un altro percorso che possa portare ad una riforma strutturale della composizione della bolletta”. Ma la fiducia nella ripresa c’è e rimane.

Vito Manca

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