Coaching mediterraneo, formazione creativa nelle imprese del Sud - QdS

Coaching mediterraneo, formazione creativa nelle imprese del Sud

Liliana Rosano

Coaching mediterraneo, formazione creativa nelle imprese del Sud

venerdì 18 Dicembre 2020

Emilio Pursumal, dopo una lunga esperienza in Rizzoli, ha lanciato un nuovo modello formativo per le aziende, basato sull’esperienza, in campi diversi da quelli tecnici e manageriali: “Si alterna aula e outdoor, impastando il pane o cucinando insieme. Osservando la natura si può ragionare sulla comunicazione e sui valori di brand”

Palermitano, rientrato in Sicilia dopo la laurea in Economia aziendale all’Università Bocconi di Milano e soprattutto dopo una lunga esperienza come responsabile della comunicazione per la Divisione Pubblicità del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, Emilio Pursumal si divide tra la comunicazione e il coaching. È stato partner e general manager dell’agenzia web palermitana “Im*media”, oggi è co-fondatore di Coaching Mediterraneo e vice presidente del giornale online “La Voce di New York”.

In questa intervista ci parla del Coaching mediterraneo e di come può cambiare la visione delle imprese siciliane.

Emilio, cos’è il coaching mediterraneo e quali le differenze rispetto al modello di matrice americana?
“Coaching Mediterraneo è un ossimoro creativo nell’ambito della formazione, due opposti che si rispettano e completano. Il coaching porta con sé la cultura americana dell’obiettivo e della performance, la fiducia in se stessi e nel talento, concetti lontani dal Sud segnato dal destino, e che invece stanno a fondamento del sogno e di qualunque visione. Con il mio socio Beppe Castellucci abbiamo pensato ad un “accento” mediterraneo. Abbiamo ritenuto, anche per le nostre rispettive esperienze di formazione e lavoro al Nord, che fosse giunto il momento di lanciare una provocazione a questo mondo ben strutturato in termini di modelli, marketing, finanza e gestione del tempo, ma che sta accusando un disagio crescente sul fronte delle risorse umane e che necessita di cambi di paradigma. Del mediterraneo recuperiamo innanzitutto la metafora principale del viaggio, inteso come sfida che fonda il senso e il valore di ogni giorno nell’accoglienza, l’avventura, l’incontro e la condivisione. Così, rispetto al coaching fortemente orientato su obiettivi e piani di azione, noi ripartiamo dall’accento ‘mediterraneo’ del greco Epitteto e dal suo pensare-desiderare-agire, offrendo strumenti divertenti per ‘agitare’ nuovamente questa triade, ricordando che è fondamentale un approccio olistico. Affrontiamo i temi del benessere organizzativo con domande su una diversa e possibile concezione delle priorità e dei bisogni fondamentali, per allenare l’innovazione nel fare e gestire le organizzazioni oggi, rispetto ai nuovi e difficili temi del cambiamento. Come ri-elaboriamo la leadership a partire dalla diversità e dalla discontinuità? Come facciamo innovazione sviluppando l’intelligenza emotiva e collettiva? Come allineiamo le aspettative profonde dei singoli con la mission dell’impresa? Come riconosciamo e separiamo gli strumenti dai fini?”

Il centro di tutto è il Mediterraneo, la Sicilia. Come l’Isola e la cultura mediterranea diventano strumento di strategie nel coaching?
“Il Coaching è efficace se la domanda è sincera. Quindi ciò che conta è la legittimazione e la volontà dei capi di voler cambiare e credere nell’auto apprendimento della squadra. Quindi si parte sempre dai valori dell’organizzazione. Come i valori diventano e orientano i nuovi comportamenti necessari? Noi proponiamo l’apprendimento creativo a partire dall’esperienza, in campi diversi da quelli tecnici e manageriali. Utilizziamo il ‘viaggio’ per le aziende e le organizzazioni per offrire metafore che alimentino il confronto. Si alterna aula e outdoor, e impastando il pane o cucinando insieme, mettendosi in gioco, si può sperimentare la potenza del talento d’impresa; osservando la natura e fotografando con uno smartphone si può ragionare sulla comunicazione e valori di brand; un’immersione subacquea ti apre a nuove visioni sull’importanza del compagno di squadra e sul valore del feedback. L’esperienza e il gioco basato sulla collaborazione aprono la mente e suggeriscono nuovi paradigmi e modelli d’innovazione. Ovviamente in tempo di covid abbiamo proposto soluzioni più semplici online, e abbiamo constatato un grande interesse in generale sui temi del digital e sulla formazione online”.

Si può pensare ad un modello imprenditoriale nuovo che meglio si sposa con l’identità siciliana e la sua cultura mediterranea. Se si, qual è?
“Dobbiamo prepararci al dopo Covid, e siamo in una fase di possibile svolta: lo smart working, le tecnologie, ma anche gli effetti di questa stessa pandemia, sostengono nuovi trend e valori che possono davvero farci fare la rivoluzione. Possiamo preparare un futuro migliore, che dipende da noi, che sia nostro, non imposto o peggio ancora imitato. Dobbiamo integrare strumenti e valori, adeguare la cultura manageriale agli standard delle global company, parlare le lingue e conoscere i mercati internazionali, ma recuperare con fiducia e determinazione la nostra identità. Non si vendono prodotti, ma valori. Qual è la visione alternativa della vita che proponiamo? Come metterla dentro ai nostri prodotti e raccontarla? Quale felicità vendiamo? Ancora una volta la risposta sta nelle domande aperte e potenti: il coaching fa domande e allena le risposte”.

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