Comiso, raccolta fondi per una famiglia siriana

Comiso, raccolta fondi per una famiglia siriana: serata di beneficenza

Press Service

Comiso, raccolta fondi per una famiglia siriana: serata di beneficenza

Redazione  |
venerdì 19 Aprile 2024

“In un tempo di guerra e di odii – spiega Gabriele Vaccaro, uno dei promotori del progetto – a Comiso viviamo un’esperienza controcorrente, di accoglienza e di amicizia"

Uno spettacolo musicale e una serata di beneficenza, con musica celtica medievale. La città di Comiso si mobilita per la famiglia Tamer, rifugiati siriani giunti a Comiso nell’ottobre scorso, grazie ai corridoi umanitari promossi, tra gli altri, da Comunità di Sant’Egidio e da Operazione Colomba, quest’ultima parte dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, tuttora presente nei campi profughi del Libano.

Comiso, la famiglia Tamer

Khaled Tamer, 38 anni, la moglie Atlal Kkra, di 37, i figli (nati in Libano) un maschio di 10 anni e una bimba di 9 mesi, sono stati “adottati” da un gruppo di famiglie della parrocchia di Santa Maria delle Stelle (Chiesa Madre) e la parrocchia Santa Maria delle Grazie. Per la coppia e i due bimbi, sono stati preparati una casa in affitto, si provvede al vitto e alle altre necessità per la durata di un anno e mezzo. Molte famiglie e singoli benefattori hanno dato il loro contributo.

Comiso, serata du beneficenza

Per sostenere la famiglia Tamer è stata programmata una serata di beneficenza, con uno spettacolo del gruppo “Tír na nÓg”, che proporranno canti, musiche e balli celtici medievali. Lo spettacolo si terrà il prossimo 19 aprile, alle 21, nella piazzetta di via Monsignor Rimmaudo (a fianco della Chiesa Madre). Durante la serata sarà possibile degustare le mitilugghie preparate dai Gruppi Agesci di Comiso, il Comiso 1 e il Comiso 2 e si potrà contribuire per sostenere la famiglia Tamer.

“In un tempo di guerra e di odii – spiega Gabriele Vaccaro, uno dei promotori del progetto – a Comiso viviamo un’esperienza controcorrente, di accoglienza e di amicizia. Abbiamo trovato la disponibilità di tanti, che ci hanno aiutato, in vario modo. Anche la comunità musulmana “Al – Zaytouna” collabora con noi e ci ha aiutato per le traduzioni e per favorire l’accoglienza di questa famiglia, di fede islamica. La moschea ha sede nello stesso quartiere in cui vive la famiglia Tamer. È un’esperienza che ci permette di sperimentare che è possibile vivere la pace e la convivenza pacifica, anche se i grandi della terra, in questo momento, non sono capaci di ottenere la pace”.

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