Commercialista, professione redditizia ma ancora poco tinta di “rosa” - QdS

Commercialista, professione redditizia ma ancora poco tinta di “rosa”

redazione

Commercialista, professione redditizia ma ancora poco tinta di “rosa”

venerdì 30 Agosto 2019

Reputational report 2018 realizzato dalla Cassa dottori commercialisti (Cnpadc). Al 31 dicembre risultano iscritti alla previdenza 46.263 uomini e 22.289 donne

ROMA – In Italia nel 2018 circa 64mila dottori commercialisti hanno dichiarato un volume d’affari di 7,3 miliardi di euro, di cui 5,9 miliardi riferito agli uomini e 1,4 miliardi alle donne, in crescita del 2,4% rispetto all’anno precedente. In aumento anche il reddito totale dei dottori commercialisti dichiarato nel 2018, riferiti al 2017, che ha superato i 4,1 miliardi di euro (+2,1% rispetto all’anno precedente), di cui quasi 3,3 miliardi appartenente agli uomini e oltre 852 milioni alle donne. Questi sono alcuni dei dati emersi dal Reputational report 2018 realizzato dalla Cassa dottori commercialisti (Cnpadc) e giunto quest’anno alla sua seconda edizione.

Il reddito medio del dottore commercialista dichiarato nel 2018, riferito al 2017, è lievemente aumentato, passando da 64.000 a 64.300 euro, così come il volume d’affari medio, cresciuto da 113.500 a 114.400 euro. Se gli uomini hanno guadagnato nettamente più delle donne, queste ultime hanno fatto registrare incrementi maggiori sia nel reddito che nel giro d’affari. Volendo fare, infatti, una distinzione, il reddito delle professioniste passa da 40.100 a 40.800 euro e il volume di affari da 65.600 a 66.900 euro, con un incremento pari, rispettivamente all’1,75% e all’1,98%.

Percentuali decisamente superiori rispetto a quelle dei colleghi, il cui reddito passa da 75.500 a 75.700 euro e il volume di affari da 136.400 a 137.400 euro, rispettivamente +0,26% e +0,73%. è confermata la tendenza a una crescita maggiore dei dati reddituali delle donne (dal 2009 al 2018 +8,2% per i redditi contro un +0,9% degli uomini e +9% contro un +2,9% per i volumi d’affari), anche se le differenze rimangono ancora evidenti.
Erano 68.552 i dottori commercialisti iscritti a Cnpadc al 31 dicembre 2018, di cui 46.263 uomini e 22.289 donne: un dato che conferma un trend di crescita costante, con una variazione totale del 2% rispetto all’anno precedente.

“L’incremento, seppure contenuto, dei redditi e dei volumi d’affari medi – commenta Walter Anedda, presidente della Cassa dottori commercialisti – conferma la capacità, già manifestata nel tempo, dai dottori commercialisti di produrre reddito malgrado l’attuale periodo storico, adeguando le prestazioni fornite all’evoluzione del mercato. Siamo convinti che occorrerà puntare su innovazione, nuovi mercati e nuove competenze per accompagnare il dottore commercialista verso la professione del futuro”.

Entrando nel dettaglio del Reputational report, con oltre 111 mila euro è il Trentino Alto Adige la regione dove si è registrato il maggior reddito medio dei dottori commercialisti (che corrisponde anche al volume d’affari medio più alto, pari a 208mila euro), seguitada Lombardia con più di 103 mila euro di reddito medio e un volume d’affari di quasi 190mila euro, e Piemonte con un reddito medio di quasi 80 mila euro e 147mila euro di volume d’affari.

Dal 2004 al 2018 c’è stato un importante incremento degli iscritti alla Cassa (27.069 unità in più, +65,3%). Ildato demografico evidenzia un ottimo rapporto fra iscritti e pensionati che vede mediamente, nel periodo dal 2004 al 2018, il numero di iscritti superare di circa nove volte quello dei pensionati, cresciuti del 96,3% (3.910 unità in più). La platea degli iscritti si colloca principalmente in una fascia di età giovane, compresa tra 41 e50 anni, attestandosi su una media intorno ai 48 anni (per i maschi pari a 50 anni e per le donne pari a 44 anni). L’incidenza sempre crescente delle donne all’interno della categoria conferma la bontà della scelta della Cassa dottori commercialisti di porre estrema attenzione alle esigenze delle professioniste che spesso trovano difficoltà a coniugare il lavoro con la maternità.

Dal punto di vista territoriale la regione che presenta il maggior numero di iscritti è la Lombardia, con 12.372, seguita dal Lazio (7.652) e Campania (7.047). L’Emilia Romagna è la regione con la maggiore presenza femminile (40,2% del totale), seguita da Basilicata (39,7%) e Sardegna. Il Molise è la regione con l’età media più bassa, pari a 46,6 anni, la Liguria quella con l’età più alta, pari a 50,5.

È la Toscana la regione con il rapporto più alto tra iscritto e imprese del territorio, con una media di 84 società per ogni professionista. Sono invece appena 47 le imprese per iscritto in Calabria, che registra il rapporto più basso, a fronte di una media nazionale di 64 imprese per ogni professionista.

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