Fa discutere la proposta di lasciare libere le banche di poterle introdurre su ogni prelievo. L’Unc: “Sarebbe un evidente sopruso”. Intanto, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria
ROMA – La moneta elettronica è ormai diventata praticamente un “obbligo”, e alcune banche sembrano volerci guadagnarci sopra. Il tutto a danno dei consumatori. L’ultima proposta in tal senso, è quella che porterebbe ogni banca a fissare una commissione sul prelievo in via autonoma. “Un progetto, quello di Bancomat, che è pura follia. Per questo chiediamo sia integralmente bocciato dall’Antitrust. Sarebbe un evidente sopruso” ha affermato con forza l’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’Antitrust, sulla base della comunicazione inviata dallo stesso circuito, ha avviato un’istruttoria nei confronti di Bancomat S.p.A. sulla intenzione di sostituire la commissione interbancaria con l’applicazione di una commissione applicata al prelievo direttamente al consumatore da parte dell’istituto di credito dove è collocato lo sportello automatico Atm.
L’importo della commissione sarà “definito in via autonoma da ciascuna banca proprietaria dell’Atm e che eroga, dunque, il servizio di prelievo attraverso le proprie apparecchiature”. Libero mercato, quindi, ma su un servizio divenuto indispensabile e imprescindibile.
“Non si capisce a che titolo, con che modalità e in quale misura scatti quel prelievo, e come fa eventualmente il consumatore a contestarlo, dal momento che non ha rapporti contrattuali con l’istituto di credito dove è collocato l’Atm – prosegue Dona -. Insomma, ogni banca proprietaria dell’Atm applicherà in modo autonomo un balzello diverso a suo piacimento, magari approfittando del fatto di essere l’unico istituto presente in quel comune e di agire in condizioni di sostanziale monopolio. Il consumatore sarebbe nella sostanza costretto a subire quella che sarebbe una vera e propria prepotenza e vessazione. Un abuso bello e buono!”.
Dall’altra parte, gli istituti bancari si giustificano dicendo che per la gestione degli Atm si ritrovano a sostenere dei costi superiori all’ammontare delle commissioni interbancarie. Inoltre, sempre gli istituti bancari, sostengono che il nuovo sistema di remunerazione porterebbe i proprietari degli Atm a investire sulle relative apparecchiature, così da apportare anche un beneficio ai consumatori.
Una posizione che potrebbe essere definita “sensata”, ma nella pratica porterebbe, innanzitutto, soltanto a maggiori costi per il consumatore finale, ormai quasi “ostaggio” delle banche per la gestione del proprio denaro. Allo stato attuale, per ogni operazione la banca emittente della carta addebita sul conto corrente del proprio cliente la somma prelevata e accredita la stessa somma alla banca proprietaria dello sportello Atm presso cui viene effettuato il prelievo. L’istituto di credito proprietario dello sportello Atm, inoltre, ottiene dalla banca emittente il pagamento della commissione interbancaria pari a 0,5 euro. Nel momento in cui le cose dovessero cambiare, tale importo sarà deciso dal singolo istituto bancario che fa parte della società Bancomat Spa, che gestisce i circuiti di prelievo e pagamento Bancomat e PagoBancomat e le relative carte. Il capitale sociale di Bancomat è detenuto da 125 soggetti.
Adesso tutto è in mano alla valutazione dell’Ente di controllo, che dovrà verificare se le nuove regole di circuito possano portare alla definizione di una nuova condizione tale da restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune.