Crollo verticale: nel 2019 le imprese attive in provincia erano 1.251, oggi sono solo 1.121. Il segretario Palmeri: “In un anno le ore lavorate sono state 447mila in meno”
TRAPANI – Il comparto edilizia, negli ultimi anni, si è ridotto ai minimi storici: finanziamenti disponibili e opere non realizzate, imprese costrette a chiudere e aumento della disoccupazione, a denunciarlo è la Fillea Cgil di Trapani, che ha comparato i dati, su base provinciale, del 2019 a quelli aggiornati del 30 agosto 2020.
“La crisi dell’edilizia – afferma il segretario della Fillea Cgil, Enzo Palmeri – è in costante aumento e i dati fotografano una situazione drammatica legata alla crisi e in cui gioca un ruolo determinante il mancato avvio delle opere pubbliche”.
Dai dati raccolti, la Federazione fa sapere che 130 attività imprenditoriali sono state costrette a chiudere: nel 2019 le imprese attive erano 1.251, oggi sono 1121. “Continua a crollare – si legge nella nota, diramata con dati statistici – anche il numero degli operai dichiarati con 189 disoccupati in più: i 4524 lavoratori dell’edilizia sono, in poco meno di un anno, scesi a 4.335. La massa salariale registra meno 4 milioni di euro così come le ore lavorate sono 447 mila in meno”.
La Fillea Cgil denuncia, inoltre, il mancato utilizzo, da parte dei Comuni del trapanese, dei 500 milioni di euro destinati al territorio dal ‘Patto per la Sicilia’.
“Lentezze burocratiche e carenze progettuali – commenta il segretario della Federazione, Enzo Palmeri – fanno si che i finanziamenti del Patto per la Sicilia non siano ancora stati spesi, così come a essere bloccate, per il mancato rilascio dei certificati da parte della Regione Siciliana, sono numerose opere pubbliche”. “Siamo disponibili – prosegue il segretario Palmeri – a incontrare tutti i sindaci della provincia di Trapani e gli altri Enti appaltanti, come Anas e Asp, per chiedere l’avvio delle opere cantierabili. Il settore dell’edilizia è in caduta libera – conclude -, ma la soluzione per arginare la crisi c’è ed è quella di rimettere in moto il settore con l’edilizia pubblica, solo così potrà ripartire anche quella privata e tutte le attività a esse collegate”.