I Comuni messinesi "rifiutano" i fondi destinati ai meno abbienti - QdS

I Comuni messinesi “rifiutano” i fondi destinati ai meno abbienti

Lina Bruno

I Comuni messinesi “rifiutano” i fondi destinati ai meno abbienti

giovedì 07 Ottobre 2021

Sono 15 gli Enti del messinese che hanno rinunciato ai 670 mila euro messi a disposizione della Regione a seguito dell’emergenza Covid

MESSINA – Intercettare fondi extrabilancio è diventato un imperativo categorico per i Comuni, che faticano sempre di più per assicurare servizi essenziali ai propri cittadini con le poche risorse di cui dispongono.

Capita sempre più spesso, però, che gli Enti locali non siano in grado di fare arrivare nelle proprie casse le risorse disponibili. È successo anche con i fondi della Regione destinati in emergenza Covid ai cittadini più fragili. La denuncia è stata fatta dalla Cgil di Messina con il suo sindacato dei pensionati, analizzando il riparto della quota Poc a favore dei Comuni e inserita nel decreto di luglio del Dirigente generale dell’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro.

Giovanni Mastroeni, segretario generale della Cgil e Gaetano Santagati della Spi Cgil hanno definito paradossale che soltanto nella provincia di Messina ben 15 Comuni abbiano rinunciato a finanziamenti per un ammontare di oltre 670 mila euro e che altri otto siano risultati inadempienti nelle procedure, perdendo altri 272 mila euro. Per i restanti 85 Comuni, se dimostreranno di avere speso entro la fine di settembre il 50% delle somme già erogate a carico del Fse andrà la prima tranche e se spenderanno almeno la metà dell’anticipazione riceveranno la seconda tranche. Vedremo tra qualche settimana se saranno tutti in regola per avere la prima anticipazione, che ammonta al 43% dell’importo assegnato in base al numero degli abitanti.

Con la Legge regionale 9/2020 erano state individuati, per le fasce più deboli che non potevano fare fronte alle esigenze primarie nel periodo di emergenza Covid, 100 milioni di euro, 30 milioni in quota Fse e 70 milioni in quota Poc (Piano operativo, complementare al Pon cultura e sviluppo, rivolto al Mezzogiorno). Alla provincia di Messina sono toccati circa 14 milioni di euro e tra questi 3 milioni 255 mila euro a Messina, 577 mila euro Barcellona e 434 mila euro Milazzo. Mancanza di attenzione, indolenza, incapacità di districarsi per mancanza di personale, complessità delle procedure, sono alla base di questa inefficienza amministrativa.

Non si può più parlare di mancanza di professionalità – hanno affermato i rappresentanti sindacali – perché sono pratiche semplici. È inconcepibile che i Comuni mostrino tanta inerzia proprio quando la loro azione potrebbe servire ad alleviare lo stato di bisogno di tanti cittadini fragili e disagiati. Se il problema risiedeva nella mancanza di competenze all’interno degli Enti, si poteva sempre chiedere supporto agli uffici regionali”.

Non si può fare più nulla per quei 23 Comuni del messinese che hanno rinunciato o non hanno rispettato i termini, ma i rappresentanti della Cgil vogliono monitorare gli altri 85 Enti locali a cui dovrebbe andare anche la quota parte non assegnata agli altri. “Ci muoveremo – ha detto Mastroeni – perché non vengano persi quei circa 950 mila euro. Come sindacato possiamo soltanto controllare e denunciare. Non è più tollerabile che le risorse previste a livello centrale per le fasce deboli non arrivino sui territori”.

Tra i 15 Enti che neppure hanno fatto la richiesta del contributo c’è il Comune di Patti, che ha rinunciato alla cifra maggiore, 185 mila euro, seguito da Lipari con 179 mila 500 euro. Per buona parte la motivazione è la mancanza di uffici attrezzati a seguire tutte le linee di finanziamento dall’avvio alla rendicontazione, ma c’è chi da un monitoraggio sul proprio territorio ha ritenuto che non ci fossero esigenze tali da dover richiedere ulteriori contributi.

“Sulle prime risorse del Fse ricevute – ha spiegato Domenico Arabia, sindaco di Santa Marina Salina – abbiamo registrato quaranta richieste di bonus, ma solo dodici avevano i molti requisiti richiesti. Era quindi inutile iniziare una procedura per soddisfare soltanto qualche pratica”.

Il Comune ha così rinunciato a 12 mila e 400 euro, sottolineando in ogni caso come le famiglie in difficoltà siano state aiutate con fondi comunali. “Per fortuna – ha concluso Arabia – si è ripreso a lavorare. La stagione è andata bene e la maggior parte dei cittadini non ha avuto bisogno di sussidi. In ogni caso, il Comune poteva disporre di risorse che a messo subito a diposizione”.

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