Sono 287 i milioni di euro che la Regione trasferirà ai Comuni siciliani. Linfa che arriva a ridosso della fine dell’anno per le sempre più asfittiche case degli enti locali. Le quote sono state determinate sulla base di diversi criteri: dalle dimensioni demografiche alla posizione territoriale, se svantaggiata o in isole minori. Ancora, quote sono riservate ai Comuni sotto i 5 mila abitanti, a quelli che sono riconosciuti come “Borgo d’Italia” e “Borgo dei borghi”, o alle “Bandiere”. Una quota premiale è stata riservata anche ai Comuni virtuosi in materia di raccolta differenziata. In totale, circa 127 milioni andranno ai Comuni con meno di 5 mila abitanti, mentre quasi 160 milioni andranno a tutti gli altri Comuni. Sulla base di questa tabella, si legge nel decreto, “saranno determinate, assegnate ed impegnate le risorse spettanti ai Comuni a titolo di quarta trimestralità dei trasferimenti regionali per l’anno 2023”.
Più del 10% del totale andrà a Siracusa, Messina, Catania e Palermo. Le quote più importanti a Catania, con oltre 10 milioni di euro, e Palermo, che supera i 15 milioni di euro. La categoria che riceverà di più in assoluto è quella dei Comuni tra i mille e i 3 mila abitanti. A questa a cui vanno oltre 61 milioni di euro, seguita dai Comuni tra i 3 mila e i 5 mila abitanti, a cui vanno 52 milioni di euro. Circa due milioni di euro sono stati distribuiti come premio per la raccolta differenziata, 750 mila ai borghi, e quasi mezzo milione di euro ai Comuni che hanno ricevuto le bandiere. Una situazione particolare è poi quella del Comune di Misiliscemi, istituito con legge regionale nel 2021. Per questo Comune e Trapani è stato deciso di utilizzare come modalità di riparto quello previsto per i trasferimenti erariali.
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Le quote determinate per ciascun comune comprendono il costo del personale con contratti di lavoro già a tempo determinato. Quote che non sono coperte dal fondo regionale. Ancora, secondo quanto prescritto dalla Regione, i Comuni assegnatari hanno l’obbligo di spendere il 2% cento delle somme complessivamente assegnate per l’anno 2023, in forme di democrazia partecipata, utilizzando tutti gli strumenti disponibili per coinvolgere la cittadinanza nella scelta di azioni di interesse comune. Non sono tenuti allo stesso obbligo i Comuni in stato di dissesto alla data del provvedimento di assegnazione. Le somme andranno quindi a tutti quei progetti che riceveranno il maggior consenso da parte della comunità. Ciò per avvicinare la popolazione alle istituzioni e dare spazio alla voce di tanti che hanno voglia di proporre e lavorare per il bene comune.