Concessioni balneari, esplode la polemica in Sicilia

Concessioni balneari, esplode la polemica in Sicilia: “Negli stabilimenti la massima sicurezza”

Concessioni balneari, esplode la polemica in Sicilia: “Negli stabilimenti la massima sicurezza”

Giuliano Spina  |
sabato 06 Gennaio 2024

La nostra intervista al presidente regionale del Sib, Sindacato dei Balneari, Ignazio Ragusa, riguardo la questione relativa alla proroga delle concessioni balneari che tanto ha fatto discutere

“Su Catania 5 chilometri di costa dagli stabilimenti balneari sono stati decementificati, quindi è stato riportato l’arenile all’aspetto originario dopo che il cemento venne messo per bloccare la sabbia che ricopriva il viale Kennedy. Sapevamo come decementificare, siamo custodi di quelle aree e quindi non c’è abusivismo. Lo stesso non si può dire per le aree non date in concessione, che sono utilizzate da privati, che fanno case abusive a pochi metri a sud dalla Playa e che formano un’intera città”. A mostrare una “fotografia” dell’aspetto del litorale sud di Catania, denominato Playa, è il presidente regionale del Sib, Sindacato dei Balneari, Ignazio Ragusa, intervenuto al QdS.it, riguardo alla questione relativa alla proroga delle concessioni balneari, che tanto ha fatto discutere negli ultimi giorni. Polemiche arrivano anche per le dichiarazioni di Legambiente Sicilia, che ha chiesto al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, il ritiro del decreto dell’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Elena Pagana, e dell’emendamento in finanziaria in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana, che prorogano le concessioni demaniali marittime fino a dicembre 2025. Esse sono ritenute in palese violazione delle norme europee e della giurisprudenza richiamata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Legambiente guardi le aree che non hanno concessione”

I riferimenti a chi garantisce la sicurezza nelle spiagge non mancano da parte delle associazioni ambientaliste, in quanto “non trova molto interesse per le aree non concesse – prosegue Ragusa – da parte di Legambiente. Loro invece parlano di coloro che garantiscono la sicurezza in mare. Ci sono i bagnini pagati dai privati che hanno la concessione e che hanno la responsabilità in surroga a quello che le amministrazioni non fanno. Noi siamo un servizio d’eccellenza a garanzia della salute pubblica sulla spiaggia e dentro l’acqua. Quando ci sono terreni che vengono abbandonati avvengono incendi che mettono in pericolo la popolazione si ha una visione chiara. Se si tolgono gli imprenditori e si lascia la spiaggia completamente deserta i terreni prendono fuoco e danno problemi a tutta la collettività, che invece negli stabilimenti balneari gode della massima sicurezza. Legambiente dovrebbe salvaguardare quelle aree che non sono date in concessione e che sono tenute in maniera pessima”.

“Le parole di Mattarella non coinvolgono gli imprenditori balneari”

Secondo Ragusa le parole del presidente della Repubblica non sono rivolte agli imprenditori balneari, ma ad altre categorie contenute nel Ddl Concorrenza, i commercianti itineranti. Inoltre un’eventuale annullamento della proroga creerebbe un grave danno a un meccanismo già rodato. “Il discorso del presidente – aggiunge Ragusa – si riferisce a chi gestisce chioschi, bancarelle, camioncini e a chi lavora sul suolo pubblico, non ai balneari. Tutti loro prima o poi devono fare i conti con la direttiva Bolkestein, che spiega che finché c’è disponibilità di risorsa non è necessario mettere a bando le concessioni demaniali. Noi avevamo un contratto con lo Stato che ci garantiva la concessione fino a quando siamo nella legalità. Io non comprendo come si possa configurare una concorrenza sostituendo gli operatori con altri. Lo vedo come uno scippo alle aziende di ciò che esse hanno creato”. “Il documento che consente di stare in quel pezzo di terreno – conclude Ragusa – continua ad avere effetto per il 2024. Il governo ha espresso che al momento c’è un dialogo con l’Europa per la mappatura e per il rischio perdita se si smantella il sistema. Chiunque sostituisce il balneare non dà le stesse garanzie, perché non sa come si gestisce il servizio. La sostituzione del soggetto per noi è incomprensibile, non è concorrenza ed è un rimpiazzo”.

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