Il caso per il concorso bandito nel lontano 2010 per un posto di ricercatore universitario in Botanica ambientale all’università di Catania si “riapre”: il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto l’appello proposto dall’ingegnere B.G. assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia. Questa decisione ribalta il verdetto del Tar Sicilia.
La controversia
La controversia nasce da un ricorso avverso gli esiti del concorso di 15 anni fa. Dopo oltre un decennio di sentenze che avevano annullato gli atti della procedura e imposto il ripristino della legalità – inclusa la nomina di una commissione del tutto nuova tramite sorteggio nazionale – l’ateneo catanese si è trovato al centro di una fitta sequenza di dimissioni di commissari e nuovi sorteggi proseguiti fino al 2025.
Nel marzo scorso, il Tar aveva dichiarato inammissibile il ricorso
Di fronte a quella che appariva come un’inerzia o una resistenza amministrativa nel dare corretta esecuzione ai precedenti ordini dei giudici, l’ingegnere B.G. ha presentato un ricorso per ottemperanza, chiedendo al Tribunale amministrativo regionale di verificare se gli atti dell’Università fossero elusivi dei giudicati già formati. Nel marzo 2025, il Tar Catania aveva dichiarato inammissibile il ricorso, sostenendo che l’ingegnere B.G. non avesse un “interesse attuale” a impugnare atti intermedi come la nomina della commissione.
Il Cga ha ribaltato tutto
Tuttavia, il Cga ha ribaltato tale interpretazione accogliendo le tesi degli avvocati Rubino e Impiduglia. I giudici d’appello hanno rilevato che il Tribunale di primo grado ha “deciso altro” rispetto a quanto richiesto: invece di verificare se l’amministrazione avesse finalmente rispettato le sentenze passate in giudicato, si è limitato a un’analisi tipica dei normali ricorsi di annullamento.
Con questa pronuncia, il Cga ha chiarito che quando un cittadino chiede l’ottemperanza di una sentenza, il giudice ha il dovere di entrare nel merito della conformità degli atti amministrativi rispetto al comando giudiziale.
Non si può invocare l’”alea concorsuale” per negare giustizia a chi, da anni, attende che un concorso pubblico venga svolto secondo le regole dettate dai tribunali.
Il Tar ora dovrà pronunciarsi sul merito del ricorso
Per effetto della sentenza del Cga, il Tar Catania dovrà pronunciarsi sul merito del ricorso, esaminando le censure relative alla mancata corretta esecuzione delle pronunce passate in giudicato.

