Potremmo vivere un’estate con i condizionatori d’aria, vitali in Sicilia per combattere il caldo, limitati da una stretta energetica? Mai più giù dei 25 gradi. Il premier Draghi, dunque, quando chiedeva agli italiani “o lo guerra o il condizionatore d’aria”, non scherzava poi così tanto.
La stretta
Da maggio entra nel vivo il piano del governo per tagliare i consumi di elettricità, e quindi di gas. L’obiettivo è risparmiare 4 miliardi di metri cubi nel 2022. Come? Abbassando la temperatura negli edifici pubblici in una prima fase e riducendo l’uso dei condizionatori. Il tutto dal primo maggio al 31 marzo 2023. Resta però aperto il nodo dei controlli nei singoli edifici e la possibilità di estendere le regole anche ai privati.
Le temperature
Secondo il piano, la media ponderata delle temperature dell’aria degli edifici pubblici, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare, non dovrà essere superiore ai 19 gradi centigradi in inverno e minore di 27 gradi in estate, con un margine comunque di tolleranza di due gradi (25 gradi appunto).
La misura non viene al momento applicata a cliniche, ospedali e case di cura. «Si tratta – dice Angela Masi deputata 5 stelle che ha proposto l’emendamento- di un modo semplice per contribuire a diminuire il fabbisogno di gas. È giusto che la Pubblica Amministrazione dia il buon esempio, tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi».
E i privati?
Nelle abitazioni private non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno con fasce di accensione specifiche dei termosifoni in base alle sei zone in cui è divisa l’Italia. Si va dal 15 ottobre, a Milano e Bologna per esempio, fino al 1 dicembre a Palermo e Catania. Tanto che sono previste multe fino a 3 mila euro per chi non rispetta il calendario.
I controlli
Ovviamente molti dubbi su come saranno effettuati i controlli: difficili già per quanto riguarda il pubblico, figuriamoci per i privati, con milioni di condizionatori aperti ogni giorno. Il governo in questo caso sta ancora studiando una soluzione ritenuta quantomeno accettabile.

