“I passi falsi dei magistrati hanno ricadute sulle persone” - QdS

“I passi falsi dei magistrati hanno ricadute sulle persone”

Raffaella Pessina

“I passi falsi dei magistrati hanno ricadute sulle persone”

sabato 15 Ottobre 2022

XXXV Congresso delle toghe: la relazione del presidente Anm, Giuseppe Santalucia. “Ma far pagare solo a loro il conto non farà superare crisi della giustizia”

ROMA – “La crisi della magistratura, e della associazione che ne è voce unitaria, si colloca in un quadro di una drammaticità epocale”. Lo ha spiegato il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, nella relazione di apertura al XXXV Congresso delle toghe e a cui hanno partecipato il capo dello Stato insieme con il sottosegretario alla giustizia Francesco Paolo Sisto, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ed il garante dei detenuti Mauro Palma. Una crisi che è venuta prepotentemente alla ribalta tre anni fa con gli scandali che l’hanno coinvolta. Ma allo stesso tempo Santalucia ha spiegato che non si può affrontare una discussione sulla magistratura e sulla giurisdizione senza una corretta impostazione dei termini entro cui ragionare.

I riflessi sulla società

Santalucia spiega che “I problemi, le cadute, i passi falsi della magistratura hanno immediata rifrazione sulla vita delle persone, anche quelli che appaiono i più interni e limitati all’assetto organizzativa. Non dico che non sia stato e non sia doveroso evidenziare la differenza tra il piano della resa del servizio, del sentenziare su torti e ragioni delle parti, e quello della gestione delle carriere dei magistrati”. Però “occorre impedire che nella rielaborazione mediatica dei fatti incresciosi che lo scandalo ha portato ad emersione si alimenti confusione e si ingeneri la convinzione che i guasti hanno interessato non soltanto il pur delicato settore delle nomine agli incarichi direttivi, ma anche e soprattutto le attività che si consumano nelle aule di giustizia”.

Politica e Magistratura

“Non può negarsi che nelle molte riflessioni sulle degenerazioni all’interno del Csm si siano evidenziate soltanto le responsabilità della Magistratura e che poco spazio sia stato dedicato alla comprensione delle ragioni per le quali la cosiddetta componente laica non ha esercitato con la necessaria continuità, come il Costituente si attendeva, quella benefica opera di interdizione delle distorsioni corporative della maggioranza togata”. “Una volta individuato il nodo nel rapporto tra la magistratura e il potere, tra il governo autonomo della magistratura e la politica, è mancata un’ampia e completa disamina delle loro relazioni, che sono state osservate solo da un’angolazione, quella appunto delle colpe dei magistrati. Il risultato è che nell’ultima legge di riforma sono state oggetto di una riconsiderazione figlia di una visione quanto meno parziale e pertanto inadeguata”.

Gli errori del passato

“Negli anni meno recenti l’attenzione al tema dell’etica professionale non è stata costante. Si poteva forse fare di più per favorire una maggiore e diffusa conoscenza del codice etico sia all’interno che all’esterno della magistratura, in modo che potesse essere riconosciuto come fondamento di un rinnovato patto dei magistrati con la società”. “Da ultimo, però, si è recuperato in fretta e sono state sfruttate in pieno le sue potenzialità anzitutto per mezzo di una modifica statutaria, intervenuta proprio nell’anno – 2019 – dell’esplosione degli scandali, che ha fatto della violazione delle relative norme un illecito disciplinare endo-associativo. Nel 2021 e nell’anno in corso sono stati aperti 102 procedimenti, ne sono stati ad oggi definiti 64, 16 con l’applicazione di sanzioni, le maggior volte della censura, 27 per sopravvenuti recessi dei magistrati dall’Associazione e 21 per insussistenza del rilievo deontologico. Insomma, stiamo facendo i conti, e seriamente, con gli errori del passato”.

Prevenire cadute etiche

“Sono anni importanti – ha detto Santalucia – in cui si stanno gettando le basi per una assai più efficace prevenzione delle cadute etiche attraverso un lavoro solo in apparenza repressivo e che ha il principale fine di irrobustire le autodifese culturali. Ed è un bene che ciò avvenga nell’ambito dell’Associazione, in cui i magistrati si confrontano paritariamente al di là dei loro diversi ruoli, in cui un presidente di sezione della Corte di cassazione si può trovare a discutere e a confrontarsi con un magistrato in tirocinio senza beneficiare di alcuna posizione sovraordinata. Il discorso sull’etica è di importanza strategica, oggi più che in passato, ed è essenziale che di esso non si approprino luoghi altri, perché conservi i tratti di un impegno doveroso ma autonomo, e quindi del tutto coerente con la fisionomia costituzionale di indipendenza”.

Le riforme

“Se non si pone attenzione alla tenuta dell’impianto organizzativo, se non si provvede a dotare il sistema delle necessarie risorse il rischio di una riforma è di produrre diritti e garanzie di carta. Non si è voluto comprendere che la giurisdizione non può essere ossessionata dagli obiettivi di efficienza, non deve essere schiacciata da una logica efficientista che punti tutto sul dato numerico dimenticando quel che un fascicolo di causa rappresenta: uno scorcio di vita, di sofferenza, di umanità ferita. Il nostro auspicio è pertanto che, in sede di esercizio della delega legislativa, la Politica ascolti attentamente ciò che abbiamo da dire”. Della “responsabilità della magistratura occorre ragionare – conclude il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia – Occorre focalizzare l’attenzione su una responsabilità di metodo, sulla responsabilizzazione nell’uso degli strumenti dell’agire giudiziario”.

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