Consiglio di Stato: no proroga balneari - QdS

Consiglio di Stato: no proroga balneari

Consiglio di Stato: no proroga balneari

venerdì 03 Maggio 2024

Garantire la concorrenza

Con recentissima sentenza del 30 aprile scorso (numero 3.940) il Consiglio di Stato ha ribadito ulteriormente l’illegittimità della proroga delle concessioni balneari, che il Governo ha spostato al 31/12/2024, ribadendo che esse sono cessate esattamente un anno prima.
Questa sentenza segue quelle precedenti del Consiglio di Stato e altre emanate dai Tar e dalla Corte di Giustizia europea, il tutto a seguito dell’applicazione della Direttiva europea Bolkestein del 2006, che obbliga a mettere in gara tutte le concessioni balneari per rispetto della legge sulla concorrenza.

È inconcepibile che in uno Stato moderno ed efficiente una norma importante come quella in esame non venga applicata dopo quasi venti anni. Però così è e ne prendiamo atto con rammarico. Come mai questo ritardo? Perché la lobby degli attuali concessionari è molto forte e ha avuto influenze sui Governi di tutti i colori, appunto dal 2006 in avanti.

Qual è la realtà? La realtà è che tali concessionari godono di una rendita di posizione cui non vogliono rinunciare, che produce loro profitti indebiti, perché a fronte di fatturati elevati (stimati in circa 15 miliardi), l’ammontare complessivo delle concessioni pagate ai Comuni sarebbe intorno ai 110 milioni.
Altra lamentazione è quella che la Bolkestein mette in allarme trecentomila occupati. Si tratta di una semplice menzogna, perché non importa chi abbia in concessione i litorali ai fini dell’occupazione, poiché se un concessionario si sostituisce a un altro, tale occupazione non cambierebbe.
Ulteriore lamentazione è quella che le concessioni sarebbero appannaggio di multinazionali o imprese estere. Anche questa è priva di fondamento, perché se vi è un soggetto che si aggiudica una concessione ha già fatto un conto economico attivo, per cui non si capisce il motivo secondo il quale non potrebbero vincere le gare imprese italiane.

Il nocciolo è tutto qui: un buon conto economico. Chiunque sia capace di ottenerlo può gestire i litorali a prescindere dalla nazionalità. Basta avere competenze e capacità adeguate.
Sulla questione vi è già aperta una salata procedura d’infrazione, che costa molto al nostro Paese. Parimenti, in materia di concorrenza, vi è la questione dei taxi e degli ambulanti.
Si sa che le lobby cercano di tenere chiuse le loro attività ai terzi, appunto perché in tal modo i profitti aumentano notevolmente, ma non già perché frutto di concorrenza, bensì appunto perché frutto di esclusive. Tali gruppi esercitano forti pressioni sui Governi per mantenere le rendite di posizione.
Dall’altra parte, però, i Governi non dovrebbero accettare tali pressioni, per fare valere l’interesse superiore dei cittadini, che è quello di usufruire di servizi di vario genere alle migliori condizioni e ai prezzi più bassi.
A questo serve la concorrenza, che viene costantemente violata in tanti campi, come quello in esame.

La questione era chiara nel 2023, proprio per le numerose sentenze del Consiglio di Stato e dei Tar prima indicate. Nonostante ciò, il Governo ha rinviato la messa in gara delle concessioni al 31/12/2024, contando sul fatto che la lentezza della Giustizia amministrativa non sarebbe arrivata a conclusione prima di tale data.
E invece così non è stato, perché la sentenza è arrivata già in aprile e ora mette in difficoltà il Governo, per cui non mettendo subito in gara le concessioni si troverà, come prima scrivevamo, in una condizione di illegittimità.
Lo stesso Governo è ricorso a un espediente e cioè alla mappatura delle coste italiane, perché pare che quelle date in concessione siano circa un terzo. Anche se questo elemento risultasse vero, cosa di cui dubitiamo, non cambierebbe la sostanza della questione, perché anche quel terzo già utilizzato dovrebbe comunque essere assegnato a seguito di gara e non più rinnovato come accade da decenni coi soliti noti.

Comunque la si giri la situazione va risolta in senso favorevole ai cittadini e non crediamo che il Governo possa più accampare espedienti tendenti a non mettere in gara i litorali. Fermo restando che essi potranno aumentare di numero, ma da assegnare sempre con gara.

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