Consorzi di Bonifica in Sicilia, inizia sciopero della fame e della sete

Consorzi di Bonifica “al collasso”, inizia lo sciopero della fame e della sete

Consorzi di Bonifica “al collasso”, inizia lo sciopero della fame e della sete

Redazione  |
giovedì 11 Maggio 2023

Ecco le richieste dei protestanti e i problemi che continuano a interessare i Consorzi di Bonifica.

Dall’11 maggio 2023 inizia lo sciopero della fame e della sede nei Consorzi di Bonifica di Catania, Agrigento e Caltagirone. Una scelta dovuta alla volontà di far giungere, in modo pacifico ma incisivo, la propria voce alle istituzioni regionali e far istituire un tavolo di crisi permanente per affrontare i problemi dei Consorzi.

Una situazione già precedentemente denunciata, tra stipendi non pagati e la sempre presente crisi idrica, che rischia – secondo quanto emerso nella nota che annuncia lo sciopero – di mandare in tilt il lavoro del settore. Si precisa che nel corso dello sciopero intrapreso, i lavoratori e i segretari regionali Sifus Confali aderenti (Ernesto Abate – Catania, Antonino Augello – Agrigento, Francesco Fazzino Caltagirone) garantiranno comunque le proprie prestazioni lavorative. Inoltre, l’associazione sindacale fa presente che nei prossimi giorni potrebbero aderire alla protesta anche altri dirigenti e lavoratori, nonché simpatizzanti.

Consorzi di Bonifica, via allo sciopero della fame: ecco perché

Nella nota che annuncia lo sciopero, Sifus Confali mette nero su bianco i problemi dei Consorzi di Bonifica denunciati.

  • mancato pagamento delle spettanze del personale a tempo indeterminato (da 02/2023) e personale a tempo determinato (12/2022) del Consorzio di Bonifica di Agrigento a seguito di un pignoramento di 3.5 milioni di euro a carico del Consorzio;
  • mancato scorrimento del turnover;
  • carenza di personale, come evidenziano i Piani di Organizzazione Variabile (P.O.V.);
  • mancato utilizzo dei fondi extra regionali destinati ai Consorzi di Bonifica che a seguito di incapienze economiche non possono presentare il durc precludendone la partecipazione ai bandi predisponendo progetti che prevedano l’utilizzo di manodopera interna, e quindi, aprendo ad affidamenti a ditte esterne a danno dei lavoratori dei Consorzi;
  • mancata disponibilità alla risoluzione delle vertenze sollevate dapprima All’Assessore all’Agricoltura e non ricevendo garanzie fattive, interpellando il Presidente della Regione a dialogare e individuare la soluzione a questa macelleria sociale”.

La richiesta

Alla luce dei problemi sopra esposti, i sindacati dei Consorzi di Bonifica chiedono la convocazione di una delegazione di Sifus Confali in Commissione Bilancio all’Ars e l’istituzione di un tavolo di crisi permanente regionale “per garantire tutti gli atti propedeutici e consequenziali per fornire un servizio efficace, efficiente e continuativo agli utenti consortili che tuteli l’indotto economico diretto e indiretto, partendo dal rispetto dei diritti dei lavoratori”.

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