Consorzi di bonifica, lavoratori al palo e rischio crisi idrica - QdS

Consorzi di Bonifica, in 650 senza impiego: Sicilia verso la crisi idrica

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Consorzi di Bonifica, in 650 senza impiego: Sicilia verso la crisi idrica

Salvatore Rocca  |
mercoledì 29 Marzo 2023

Nessuna risposta dalla Regione ai lavoratori dei Consorzi di Bonifica. Il territorio siciliano rischia gravi conseguenze senza manutenzione. Abate: "Bisogna agire adesso"

Da una parte le speranze dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica a oggi senza impiego, dall’altra la Regione che continua a non fornire risposte. Sullo sfondo lo spettro di una crisi idrica senza precedenti che rischia di coinvolgere l’intera Sicilia. È in questo clima che monta la protesta di centinaia di operatori siciliani che attendono di essere assunti per provvedere alla manutenzione propedeutica della rete infrastrutturale del territorio.

A farsi portavoce delle richieste dei lavoratori in questi giorni è il segretario nazionale SIFUS CONFALI Ernesto Abate, il quale sollecita l’Ente regionale a intervenire nel più breve tempo possibile per evitare l’irreparabile.

Consorzi di Bonifica, risorse distribuite in modo iniquo

“Alla base della protesta c’è la necessità di combattere una desertificazione strutturale che sta vivendo la Sicilia, un’emergenza conclamata dal fatto che a fronte di 950 milioni di metri cubi d’acqua disponibili in 44 invasi oggi ne abbiamo a disposizione appena 427 milioni“, dichiara Abate al Quotidiano di Sicilia.

Il segretario nazionale sottolinea che le riserve idrichenon sono distribuite in maniera equa, ci sono territori che non verranno riforniti e non sarà garantito nemmeno un mese d’acqua. In questi territori sono comprese la Piana di Catania, l’area dell’Ennese e la zona delle Madonie. Nel Gelese, inoltre, dove l’acqua viene ancora sversata in mare, non si potrà garantire servizio irriguo alla terra dei carciofi”.

Consorzi di Bonifica, “mettere a regime tutti i lavoratori”

“Chiediamo, attraverso la nostra protesta, di immettere al lavoro in maniera univoca tutti i lavoratori dei Consorzi di Bonifica, poiché il 90% della classe operaia dei Consorzi è composta da dipendenti a tempo determinato che vengono assunti per 5-6 mesi l’anno”, sottolinea ancora Abate.

“Su una platea di oltre 800 lavoratori, al 6 marzo – disattendendo i cronoprogrammi annuali – ne sono stati assunti circa 100 a Catania, da oggi 69 su 235 a Ragusa e 3 sono stati assunti giorno 27 marzo a Trapani. Rimangono ancora 650 lavoratori che attendono l’assunzione“, osserva il segretario.

Il rischio per il territorio, se non dovessero essere presi provvedimenti urgenti da parte dell’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino e dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è quello di vedere compromessi i raccolti di numerosi appezzamenti agricoli della Sicilia.

Il caso di Ragusa

Emblematica è, in tal senso, la situazione che si vive attualmente a Ragusa. A distanza di due mesi dal forte nubifragio che ha investito la Sicilia orientale, diversi ettari di terreno sono ancora invasi dall’acqua che ha determinato la creazione di una vera e propria laguna. Al momento, in assenza di personale, non è stato possibile abbassare il livello dell’acqua di circa 2 metri e concedere così agli agricoltori di fare ritorno negli appezzamenti e nelle abitazioni rurali.

“Se non verranno effettuate le necessarie manutenzioni, non sarà assicurata la sopravvivenza delle piante. Verrà compromesso non solo il raccolto di quest’anno, ma anche le piantagioni future”, afferma Ernesto Abate. E con l’arrivo dell’estate la situazione potrebbe diventare ancora più critica.

Diga di Pietrarossa, quali tempistiche per il completamento?

Altro tema caldo è quella della costruzione della diga di Pietrarossa, a cavallo tra i territori di Aidone e Mineo, al confine tra le province di Enna e Catania. I lavori sono cominciati nel 1989 ma si sono arenati nel 1997.

Gli interventi di ultimazion sono stati aggiudicati recentemente a seguito della pubblicazione del bando da parte della Regione Siciliana che prevede un importo di 82,2 milioni di euro. “Siamo ancora agli albori, ma ci vorranno tre anni per il completamento se non ci saranno intoppi. Serviranno poi altri due anni per metterla in funzione e si dovranno attendere le piogge. Le piante però seccheranno quest’anno“, fa notare Abate.

Consorzi di Bonifica, 14 milioni “congelati”

“Ma non solo”, prosegue il segretario Ernesto Abate. “Sono ancora fermi 14 milioni di fondi PSR che sono stati attribuiti ai Consorzi di Bonifica nel 2021. Ad agosto 2022 non sono state concesse le ferie al personale per produrre progetti esecutivi e a oggi non è possibile pubblicare il bando che andrebbe in esclusiva agli 11 Consorzi della Sicilia, perché non si è nelle condizioni di produrre il DURC“.

“Sono in ballo tanti progetti che potrebbero garantire linearità e coerenza verso un’agricoltura sensibile, ma in assenza di DURC e con 150 milioni di euro di debiti non è possibile attingere a queste risorse”.

“Non c’è coraggio della politica”

“Proprio questa tornata legislativa, con l’approvazione della Finanziaria 2023 avvenuta a febbraio – osserva Abate -, abbiamo prodotto un emendamento appoggiato dagli Autonomisti e, in particolare da Giuseppe Geremia Lombardo, che, attribuendo 20 milioni dei fondi FESR ai Consorzi di Bonifica viene data esecutività prioritariamente attraverso il personale operaio a tempo determinato. Purtroppo, se non si fanno i decreti attuativi, i soldi rimarranno dei Monopoli”.

“Abbiamo i soldi per l’assunzione del personale, ma tutto resta fermo. Sono presenti anche risorse aggiuntive e non vengono spese. Non c’è una politica che ha il coraggio di superare l’ostacolo che pone oggi i Consorzi di Bonifica non solo in una condizione di stallo, ma che costringe agricoltori e imprenditori a dedicarsi ad altro. Inoltre, le nuove leve vengono costrette a farsi le valigie per non tornare più in Sicilia”, conclude Ernesto Abate.

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