Secondo il report elaborato dal Confimprese-Ey, nell’Isola il 2022 è partito molto a rilento. Gennaio chiude a -25% rispetto allo stesso mese del 2020, a Palermo flessione del -29%
PALERMO – L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese-Ey evidenzia una nuova battuta d’arresto per la Sicilia nel mese di gennaio 2022, che chiude a -25,2% rispetto a gennaio 2020, mese in cui non era ancora scoppiata la pandemia.
A pesare – sottolinea il report – è la spinta inflazionistica e l’aumento del prezzo dell’energia.
Nello specifico i dati di gennaio 2022 sullo stesso mese del 2020 evidenziano un trend rispetto al 2021 molto positivo (+33%). Di contro, la fotografia mensile scattata col confronto col gennaio 2020 inquadra un forte calo nei consumi e un dato degli ultimi 12 mesi a -10,9% rispetto al periodo febbraio 2019 – gennaio 2020. Dati confermati anche dall’analisi per province dove troviamo Palermo e Catania in flessione, rispettivamente del 29 e del 21% rispetto a gennaio 2020.
“La Sicilia – spiega al QdS, Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – chiude il mese di gennaio in flessione del -25,2% pressoché in linea con il totale mercato Italia (-25,1%) su gennaio 2020, Palermo e provincia registrano addirittura una flessione del -29%. L’andamento della regione non si discosta, dunque, dalla media nazionale, segno che la gelata dei consumi si è estesa in modo omogeneo lungo tutta la penisola”.
“Siamo di fronte – aggiunge Maiocchi – a una situazione di criticità del retail, che dopo il buon andamento dell’ultimo trimestre 2021, accusa la forte spinta inflazionistica, che corre ormai al ritmo più sostenuto dai primi anni Ottanta, e l’aumento del prezzo dell’energia, che comporta il moltiplicarsi dei costi generali nei punti vendita e l’azzeramento della marginalità. La Sicilia, tappa importante degli itinerari turistici internazionali e in mancanza degli incoming stranieri e dei top spender, ha puntato soprattutto sul turismo di prossimità”.
“Tuttavia – conclude il direttore del Centro studi – con l’allentarsi della pandemia, l’arrivo della bella stagione e l’incremento di programmi culturali, c’è da sperare che anche i turisti stranieri possano tornare a godere della bellezza dell’isola”.
Carlo La Giglia, responsabile Osservatorio Ey, rimarca, invece l’importanza delle risorse del Pnrr, che potrebbero rappresentare una spinta in termini di fiducia per consumatori e aziende: “È importante contestualizzare questi valori ai trend macroeconomici nazionali che hanno un impatto significativo sul tessuto territoriale: a gennaio scorso la regione è passata in zona arancione delineando uno scenario delicato ed incerto dal punto di vista sanitario ed economico. Inoltre, l’aumento dell’inflazione influenza l’andamento dei consumi e l’incertezza causata dalla pandemia ha aumentato la sensibilità al prezzo del consumatore e l’attenzione alla capacità di spesa”.
“Le risorse in arrivo dal Pnrr, coadiuvate dalla credibilità acquisita dal Paese a livello internazionale – conclude La Giglia – potrebbero rappresentare nei prossimi mesi delle componenti importanti per generare fiducia nelle persone e nelle aziende”.