Consumi, in Sicilia ripresa tra luci e ombre - QdS

Consumi, in Sicilia ripresa tra luci e ombre

Marco Carlino

Consumi, in Sicilia ripresa tra luci e ombre

venerdì 28 Gennaio 2022

Il report Confimprese-Ey traccia un bilancio dell’anno appena trascorso: primi segnali positivi, ma lontani dal pre-pandemia. Il dato di dicembre segna un +15% rispetto al 2020

PALERMO – La Sicilia chiude l’anno dei consumi con un risultato a due facce. Se il dato di dicembre 2021 segna un +15% rispetto allo stesso periodo del 2020, dall’altro, nel raffronto con il 2019 (periodo pre-pandemia) il dato che emerge è ancora negativo, segnando, infatti, un -16%. Questa è la fotografia scattata dal consueto report mensile curato da Confimprese-Ey sui consumi di mercato.

Va meglio nell’analisi per province. Nelle due città analizzate, Palermo e Catania, emerge come entrambe abbiano chiuso l’ultimo mese dell’anno in netta ripresa: nello specifico Palermo ha chiuso con un +38%, mentre Catania con addirittura un +51%.

“Focalizzando l’attenzione sull’andamento dei consumi in Sicilia – ha dichiarato al QdS, Paolo Lobetti Bodoni, consulting market leader di Ey in Italia – nonostante questo andamento negativo, se confrontato con la media nazionale del -22,7%, notiamo come la regione sia riuscita in parte ad attutire l’impatto della pandemia sul proprio tessuto economico-sociale a differenza di altre regioni che registrano valori peggiori (ad esempio il Veneto -31%). I consumi nella regione si stanno riavvicinando gradualmente ai livelli pre-Covid (dicembre 2021 registra -5,7% rispetto a dicembre 2019) a conferma dunque che c’è una volontà di tornare alle proprie abitudini di consumo. A questo proposito, è importante evidenziare come alcune componenti (come il lavoro da remoto o ancora la forte accelerazione dei canali digitali) abbiano impattato le preferenze e abitudini dei consumatori. Le aziende si trovano pertanto a dover intercettarne i driver di cambiamento e a tentare di anticiparne le evoluzioni per rimanere competitive sul mercato”.

A livello nazionale Confimprese-Ey evidenzia margini di miglioramento nel mese di dicembre 2021, che chiude a +46% rispetto a dicembre 2020, ma a -12% rispetto a dicembre 2019. Rimane ancora un forte rallentamento sul totale anno a -22,7%.

Nelle aree geografiche è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese -4,5% su dicembre 2019 sia nel totale anno -14% rispetto al 2019. L’area Centro chiude dicembre a -9,4% e il progressivo anno a -22%. Il Nord-ovest fa segnare rispettivamente -13,8% e -24%. Gli andamenti peggiori si registrano nel Nord-est con un mese di dicembre a -19,8% e un progressivo anno a -24,2%. Le rilevazioni dell’Osservatorio Confimprese-EY evidenziano, quindi, una forbice piuttosto ampia tra il Sud, che ha sofferto meno rispetto alle altre aree del Paese.

“I dati della Sicilia riflettono il migliore andamento dell’area Sud rispetto alle altre regioni italiane – ha aggiunto Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese -. Certo, all’appello mancano non solo il turismo straniero che, specie nella stagione primavera-estate, predilige il Sud Italia e le bellezze culturali ed enogastronomiche della Sicilia, ma anche i top spender cinesi e americani del tutto, o quasi, assenti nel nostro Paese da quando è scoppiata la pandemia. Nella regione la ripresa economica fa segnare la crescita del Pil per il 2021 del 5,2%, inferiore rispetto alla media del Sud 5,5% e del Paese 6,3%. Tuttavia, dalla sua ha un forte incremento degli investimenti e l’arrivo di una riserva del 40% a favore del Meridione per tutti gli interventi finanziati con il Pnrr. Sono elementi che devono costituire una nuova opportunità di crescita, occupazione e innovazione sul territorio”.

Passando ai comparti emergono sostanziali differenze fra i settori di attività. La ristorazione, anche grazie alla volontà degli italiani di tornare alle abitudini di vita pre-Covid, ha registrato nel 2021 la ripresa più dinamica con un +22%. Meno brillante il comparto abbigliamento-accessori, che ha messo comunque a segno +15% sempre rispetto al 2020. Tuttavia, il benchmark sul 2019 registra ancora per entrambi i settori un profondo rosso con la ristorazione a -29% e abbigliamento-accessori a-26%.

L’unica nota positiva arriva dal retail non food, che ha praticamente riconquistato i livelli pre- pandemia e chiudendo dicembre a +20,5% su dicembre 2021 e +19% sul totale 2020, consentendo al comparto di chiudere il gap rispetto al 2019 che si è ridotto al -1,7%, e dove alcune merceologie quali il mondo casa e tecnologia sono cresciute rispetto a due anni fa.

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