Consumi green anche a tavola, un piatto di pasta aiuta il Pianeta - QdS

Consumi green anche a tavola, un piatto di pasta aiuta il Pianeta

redazione

Consumi green anche a tavola, un piatto di pasta aiuta il Pianeta

domenica 21 Novembre 2021

Per gli esperti è tra i cibi a basso impatto ambientale. Promuove l’agricoltura sostenibile e permette cotture “alternative”

ROMA – Vuoi essere più sostenibile e far bene al Pianeta? Comincia dalla dispensa, perché ogni tonnellata di cibo sprecato è responsabile di 4,5 tonnellate di CO2 e più della metà dello spreco di cibo (il 53%) deriva dai consumi domestici. Un team multidisciplinare di esperti di cibo, scienza, cucina e spreco alimentare lo ha spiegato attraverso un piatto di pasta, l’alimento che non manca mai nelle nostre case (ne consumiamo in media 23 kg all’anno pro capite di pasta, mediamente 5 volte a settimana). E infatti la regina della nostra tavola è il prototipo dell’alimento green. Dati Unione Italiana Food, l’impronta ecologica per singola porzione di pasta è minima: meno di 1m2 globale e appena 150 grammi di CO2 equivalente.

A spiegare in 5 punti perché la pasta può guidarci nel far bene al pianeta, un gruppo di lavoro riunito dal Gruppo Barilla nel quadro del ciclo di incontri ‘Let’s Talk About Food&Science’.

  1. Con gli accordi di filiera promuove l’agricoltura sostenibile. I pastai italiani promuovono la sostenibilità del grano duro. Gli accordi di filiera con gli agricoltori integrano tecniche tradizionali(come le rotazioni colturali dei campi, a basso impatto ambientale e ottima resa qualitativa) con l’agricoltura di precisione, che aiutano ad ottimizzare consumo del suolo, costi, rese e qualità del grano, attraverso l’analisi di parametri come l’andamento meteorologico, la fertilità del suolo o lo stato fenologico della pianta. 2. Per fare un Kg di pasta un pastificio usa solo 3 lt d’acqua. Grazie a un percorso di efficientamento energetico e contenimento dei consumi, negli ultimi anni il settore pastaio ha ridotto del 20% di consumi di acqua e del 21% di emissioni di CO2 equivalente.
  2. Il packaging. La pasta è comoda da trasportare e conservare perché occupa poco spazio, è leggera, non soffre il caldo né il freddo e, se conservata correttamente, ha una shelf-life di diversi anni. E se quando buttiamo la pasta in pentola, ne buttiamo anche la confezione nel cestino ‘giusto’, garantiamo a quest’ultima una seconda vita, perché il packaging della pasta è progettato per essere riciclabile al 100%.
  3. Protagonista della dieta mediterranea, lo stile di vita più green. Nessun alimento è salvifico, per la salute o per l’ambiente, se non inserito in uno stile di vita alimentare corretto. La pasta è elemento centrale della Dieta Mediterranea, da 11 anni patrimonio immateriale dell’Unesco anche per come rispetta territorio e biodiversità. Privilegiando le colture vegetali, la Dieta Mediterranea abbatte drasticamente le emissioni di gas serra e fa risparmiare circa 2000 litri di acqua al giorno per persona rispetto a una dieta ‘occidentale’.
  4. Cotture alternative per rendere la pasta ancora più sostenibili. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, è la fase di cottura a casa il passaggio che più può impattare sull’ambiente di tutto il ciclo della pasta, il 38% del totale della sua pur minima impronta carbonica lungo tutta la filiera.
  5. Tra i consigli pratici che tutti dovremmo conoscere, per far bollire l’acqua in meno tempo (e risparmiare energia), andrebbe sempre messo sempre il coperchio sulla pentola, e il sale aggiunto solo dopo il bollore. I formati più piccoli hanno bisogno di meno acqua rispetto a quelli lunghi, ne bastano 0,7 litri.

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