Consumi, in Sicilia torna la voglia di spendere - QdS

Consumi, in Sicilia torna la voglia di spendere

Michele Giuliano

Consumi, in Sicilia torna la voglia di spendere

giovedì 30 Dicembre 2021

La fotografia nell’Osservatorio Findomestic che ha incrociato dati Istat, Agenzia delle Entrate, Unrae, Aci, Ancma. Primi segnali di ripresa dopo un 2020 da dimenticare

PALERMO – La voglia di spendere, di acquistare beni che non sono di stretta necessità, è molto cresciuta nei siciliani. Lo dice l’osservatorio Findomestic, che ha elaborato dati provenienti da diverse fonti: Istat, Agenzia delle entrate, Unrae (unione e rappresentanti autoveicoli esteri), Aci (automobile club d’Italia) Ancma (l’associazione nazionale ciclo motociclo accessori di Confindustria) e Gfk (fornitore di dati e analisi per l’industria dei beni di consumo).

Dal monitoraggio, che ha messo a confronto gennaio-settembre 2020 con lo stesso periodo nel 2021, emerge che, riguardo alla spesa per beni durevoli, la Sicilia si trova all’ottavo posto in Italia, con un esborso annuo per le famiglie di 4,3 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2020 del 16,2%. Se si guarda poi al settore automobilistico, i numeri sono sorprendenti: sono state 62 mila le immatricolazioni di auto nuove, con un aumento del 14,7% rispetto al 2020, e 248 mila immatricolazioni di auto usate, oltre il 10% in più, e la regione che si pone al quarto posto nella classifica nazionale. I motoveicoli hanno vissuto un vero e proprio “boom”: 26 mila motoveicoli acquistati, oltre un terzo in più rispetto al 2020.

Ma anche i mobili, per i quali sono stati spesi 957 milioni (+16,2%), la telefonia, che ha registrato una spesa di 420 milioni (+17,1%), gli elettrodomestici, per i quali sono stati spesi 343 milioni (+15,3%). In generale si è speso parecchio anche in tecnologia (videogiochi, hi-fi, monitor, computer…): 167 milioni, un aumento del 4,4%, ed elettronica di consumo (tv, decoder, accessori digitali…), per la quale sono stati spesi 166 milioni. I valori registrati arrivano anche a oltrepassare i livelli del 2019, superando in qualche modo il crollo dovuto alla pandemia da covid 19 e le conseguenti difficoltà economiche che hanno investito molte famiglie.

Dando uno sguardo al panorama nazionale i mercati dei beni durevoli (veicoli, mobili e tecnologia) registrano il balzo più ampio in Calabria con +17,4%, davanti a Molise e Sicilia per l’appunto con +16,2% e alla Basilicata con +16,1%. È la riscossa dei territori meridionali, che nel 2020 avevano patito in modo particolare le ricadute economiche dell’emergenza sanitaria e che nel 2021 beneficiano della maggiore spinta dei mercati auto nuova e motoveicoli, favoriti in questi territori dalla maggiore propensione a rinnovare un parco circolante più datato che altrove.

Con una spesa complessiva di 13,9 miliardi, in aumento del 12,4%, la Lombardia rimane la regione con la maggiore incidenza in valore assoluto (19,6%) sui consumi dei durevoli, davanti al Lazio con 6,8 miliardi, al Veneto con 6,6 miliardi, all’Emilia-Romagna con 6,4 miliardi e al Piemonte con 6,2 miliardi. La regione con minor slancio all’acquisto è, invece, l’Umbria, dove il recupero dei consumi di durevoli non va oltre l’11,4%. A livello nazionale, spiccano le performance dei beni per la casa: elettronica di consumo +38%, elettrodomestici grandi +17,1% e mobili +16,1%. Grande protagonista la cucina con il boom di lavastoviglie (+33,1%), piani cottura (+64,5%) e friggitrici (+147,8%). I veicoli recuperano il 12,1% ma restano in ritardo del 4,5% sul 2019.

Secondo i dati della 28esima edizione dell’Osservatorio Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia, l’incremento della spesa in durevoli si deve soprattutto alle performance dei mercati casa, con il mobile a +16,1% che recupera e supera i livelli pre Covid (+2,2%) e la tecnologia che con un nuovo incremento del 14,9% raggiunge un giro d’affari di gran lunga superiore al 2019 (+19,8%). Nel settore mobilità, invece, la ripresa del 12,1% non basta ad azzerare il gap accumulato durante l’emergenza sanitaria: il distacco sui valori pre-crisi è del 4,5%.

Il risultato peggiore è quello delle auto nuove, che recuperano soltanto il 10,5%, mentre il segmento delle due ruote schizza a +22,5%. “La traiettoria espansiva dei durevoli risulta particolarmente positiva nel quadro dei consumi totali, che hanno uno scarto negativo del 6,6% sul 2019 – osserva Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic – Dall’analisi dei segmenti di spesa traspare il rafforzamento di alcune dinamiche innescate dal fenomeno pandemico, che ha riportato al centro dei bisogni degli italiani la dimensione domestica, interpretata in chiave sempre più tecnologica e orientata al comfort. Lo spazio su cui si investe maggiormente è la cucina, come dimostra la crescita nella domanda di beni come friggitrici (+147,8%), piani cottura (+64,5%) e lavastoviglie (+33,1%)”.

L’altro grande comparto che sperimenta un incremento è quello della tecnologia consumer, il segmento più rilevante in valore è quello della telefonia, che con un incremento dell’11,6% sfiora i 6,1 miliardi grazie anche al consistente contributo dell’e-commerce (+25,7%). Mentre gli smartphone crescono dell’11,7%, a far registrare le performance migliori in termini percentuali sono i wearables: orologi, occhiali smart e altri dispositivi indossabili fanno segnare un balzo del 65,2%. Emerge un buon contributo dei segmenti «cura della casa» e «preparazione del cibo»: tra i best performer figurano le friggitrici (+147,8%), le bilance pesapersone (+39,2%) e le macchine per il caffè (+25,5%). Anche l’Information Technology, che nel 2020 aveva spiccato il volo sull’onda dell’implementazione di Smart Working e Dad, continua a vivere una fase di espansione con un +6,6% che porta il valore complessivo del comparto a 2,7 miliardi.

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