Coronavirus, 1.265 imprese in meno da gennaio a marzo - QdS

Coronavirus, 1.265 imprese in meno da gennaio a marzo

redazione web

Coronavirus, 1.265 imprese in meno da gennaio a marzo

venerdì 17 Aprile 2020

Secondo i dati dell'Osservatorio Unioncamere, in Sicilia il settore maggiormente colpito dalla crisi è quello del commercio, seguito da agricoltura, silvicoltura, pesca, servizi di alloggio e ristorazione e manifatturiero

Non è un buon momento per l’economia siciliana, anche se gli effetti concreti della crisi delle imprese per l’emergenza sanitaria da Coronavirus si potranno registrare soltanto tra qualche mese.

Secondo i dati pubblicati oggi dall’Osservatorio Unioncamere, che analizza l’andamento della nati-mortalità, regione per regione, nell’Isola nel primo trimestre 2020 si è avuto un saldo negativo (-1.265), rispetto alle 446.442 registrate, una flessione di 0,27% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando le registrate erano 467.750.

A fronte delle 6.785 nuove iscrizioni ci sono state 8.050 cessazioni.

Ecco i dati relativi alla nati-mortalità delle imprese per provincia.

Trapani: nuove iscrizioni 674, cessazioni 900, saldo -226; Palermo: nuove iscrizioni 1.509, cessazioni 2.008, -499; Messina nuove iscrizioni 741, cessazioni 828, saldo -87; Agrigento: nuove iscrizioni 661, cessazioni 722, saldo -61; Caltanisetta nuove iscrizioni 326, cessazioni 550, saldo -224; Enna: nuove iscrizioni 237, cessazioni 387, saldo -150; Catania: nuove iscrizioni 1.580, cessazioni 1.614, saldo -34; Ragusa: nuove iscrizioni 588, cessazioni 660, saldo -72; Siracusa: nuove iscrizioni 469, cessazioni 381, saldo +88.

“Con riferimento alla forma giuridica – spiega il segretario generale Santa Vaccaro – prosegue l’andamento positivo delle società di capitali con una media del tasso di crescita di +1,17%; in terreno negativo le società di persone così come le ditte individuali, a eccezione della provincia di Siracusa in cui si registra in media un lieve andamento positivo (+0,23%)”.

In tutti i settori i dati sono negativi, ma quello che maggiormente ne risente è il commercio con -1.814 cessazioni (iscrizioni 975, cessazioni 2.789), seguito da agricoltura, silvicoltura e pesca -839 (iscrizioni 558, cessazioni 1.367), servizi di alloggio e ristorazione -431 (iscrizioni 145, cessazioni 596), manifatturiero -201 (iscrizioni 188, cessazioni 389).

Sud e Isole fanno registrare un saldo di -8.474, come tutte le altre aree geografiche dell’Italia.

Il presidente di UnionCamere Sicilia Giuseppe Pace sottolinea che “la situazione al 31 marzo scorso, quando eravamo a poche settimane dall’inizio del ‘lockdown'” e che quindi “nei mesi a venire la situazione non potrà che peggiorare”.

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