A Certosa di Pavia, comune di 5400 abitanti, con 11 casi positivi al coronavirus e un decesso, il sindaco viene da Gela (Cl) e deve essere gradito ai suoi concittadini visto che lo scorso giugno, sempre sostenuto da una lista civica di centrosinistra, è stato rieletto per il secondo mandato con il 70% dei voti.
Marcello Infurna, 47 anni, sposato con due figli, è in prima linea con gli altri sindaci della zona più colpita dal covid in Italia.
“Il premier Conte ci ha definito le sentinelle del territorio – dice – io sono convinto che, all’inizio dell’epidemia, siamo stati in realtà generali in prima linea perchè abbiamo saputo tenere la barra dritta in un momento in cui le istituzioni da cui attendevamo direttive erano totalmente nel pallone”.
“I sindaci – spiega – hanno consentito, attraverso una rete territoriale con i medici condotti, i carabinieri, il volontariato, di creare quel cordone sanitario che è stato salvifico per la Lombardia, come lo sarà per l’Italia”. “Dodici giorni prima del DPCM del 22 di marzo, abbiamo chiuso ambulatori, comune, parchi, e tutto quello che c’era da chiudere, consentendoci di avere un numero di contagiati abbastanza ridotto (11 Covid) rispetto agli altri centri della zona”, aggiunge.
“Abbiamo attivato un centro operativo comunale che assiste le persone in quarantena, gli over 65, i soggetti di maggiore fragilità, ai quali recapitiamo la spesa, i farmaci, i beni di prima necessità. Insieme ce la faremo”.
Infurna, laureato in scienze politiche, lavora a Milano da 20 anni, 13 dei quali alle dipendenze di una banca online, è anche consigliere provinciale.