Coronavirus e Scuola, gli studenti accusano gli adulti d'incapacità - QdS

Coronavirus e Scuola, gli studenti accusano gli adulti d’incapacità

redazione web

Coronavirus e Scuola, gli studenti accusano gli adulti d’incapacità

martedì 05 Gennaio 2021

Il 65% degli intervistati in un'indagine Save The Children-Ipsos. Scontro generazionale, "ingiusto possano lavorare". Dad e digital divide con il Sud. Uno studente su tre si sente impreparano. La paura che nulla tornerà come prima

Sono sconvolgenti i dati emersi da un’indagine Save The Children-Ipsos e che fotografano l’atteggiamento degli studenti italiani nei confronti della pandemia da coronavirus e sull’impatto che ha avuto sulle loro vite e sulla scuola.

Più del doppio degli studenti, per esempio, ossia 65%, è convinto di pagare per l’incapacità degli adulti nel gestire l’emergenza.

I ragazzi si sentono esclusi dalle scelte per il contrasto alla diffusione del covid, che li hanno visti penalizzati nell’interruzione delle attività scolastiche in presenza.

E il 43% si sente accusato dagli adulti di essere tra i principali diffusori del contagio, mentre il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro, mentre ai giovani non è permesso di andare a scuola.

I giovani al tempo del coronavirus

L’indagine di Ipsos per Save The Children si intitola “I giovani al tempo del Coronavirus” e riguarda un campione di ragazzi dai 14 ai 18 anni.

Tra le “privazioni” che i ragazzi hanno sofferto di più, anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali importanti per la loro età (63%).

Stanchi, incerti, preoccupati, irritabili

Gli adolescenti dicono di sentirsi stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), irritabili (16%), ansiosi (15%), disorientati (14%), nervosi (14%), apatici (13%), scoraggiati (13%), in un caleidoscopio di sensazioni negative di cui parlano prevalentemente con la famiglia (59%) e gli amici (38%), ma che per più di 1 su 5 rimangono un pesante fardello da tenersi dentro, senza condividerlo con nessuno (22%)

Un anno sprecato, riscoperti gli amici

Un “anno sprecato” per quasi un adolescente su due (46%), che, in ogni caso, nella costrizione di vivere in un mondo di incontri solo virtuali, ha fatto riscoprire a molti il valore della relazione “dal vivo” con i coetanei: anche se quasi un quarto degli adolescenti (23%) dichiara che, in questo anno di pandemia, ha capito che uscire non è poi così importante e che si possono mantenere le relazioni anche on line.

Per contro, l’85% dei ragazzi intervistati afferma invece di aver capito quanto sia importante uscire con gli amici, andare fuori e relazionarsi “in presenza”.

La paura che non tutto tornerà come prima

Solo un adolescente su quattro, infatti, pensa che “tornerà tutto come prima” (26%) e la stessa percentuale ritiene che “continueremo ad avere paura”, mentre il 43% vede l’esperienza che sta vivendo come uno spartiacque che sdogana, anche dopo il vaccino, il fatto che “staremo comunque insieme in modo diverso, più on line” (43%)”.

Uno su tre si sente impreparato

Più di uno studente su tre si sente impreparato e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso.

Stanchezza (31%), incertezza (17%) e preoccupazione (17%) sono i principali stati d’animo che gli adolescenti dichiarano di vivere in questo periodo.

Più di un ragazzo su tre, dunque, ritiene che la propria preparazione scolastica sia peggiorata. Uno su quattro deve recuperare materie e, fra coloro che devono recuperare, il 23% ha tre o più materie insufficienti.

Confrontando la propria performance di questo anno in termini di materie da recuperare, il 35% afferma di averne di più rispetto allo scorso anno, con ampie oscillazioni regionali: 44% al Nord Ovest e 26% al Sud.

L’impatto sul rendimento scolastico

Oscillazioni che si ripetono anche sulle diverse fasce d’età: ben uno su quattro fra i ragazzi di 16-18 anni afferma di aver meno materie da recuperare a fronte di solo il 14% degli studenti di 14-15 anni.

Quasi quattro ragazzi su dieci ritengono che il periodo a casa da scuola stia avendo ripercussioni negative sulla propria capacità di studiare (37%) e (più di uno su quattro) sul proprio rendimento scolastico (27%).

Esiste, in ogni caso, un 16% di adolescenti che valuta invece positivamente le ripercussioni di questo periodo sulla propria capacità di studio (il dato sale al 18% tra i ragazzi tra i 16 e i 18 anni) e un 47% che non rileva un particolare impatto.

Uno su tre ha interrotto gli studi

Il 28% degli adolescenti dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola.

Tra le cause principali delle assenze durante la Dad la difficoltà di connessione e la mancanza di concentrazione.

Il problema resta quello del digital divide con il Sud e comunque con le fasce più povere.

Sulla base dei dati dell’indagine, la stima è che almeno 34mila studenti delle superiori, a causa delle assenze prolungate, potrebbero trovarsi a rischio di abbandono scolastico.

Il sogno dell’Europa

Il sondaggio rivela come il 69% degli studenti intervestati abbia sentito in qualche modo parlare del Next Generation Eu.

La gran parte di loro guarda con interesse alle possibilità che potrebbe offrire per il loro futuro, tanto da sperare che attraverso questo Fondo vengano incrementati i finanziamenti per l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani (30%) o la possibilità di studiare gratuitamente all’estero (17%) e all’università (17%).

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