Coronavirus, governo Conte rafforzato, legislatura blindata - QdS

Coronavirus, governo Conte rafforzato, legislatura blindata

redazione web

Coronavirus, governo Conte rafforzato, legislatura blindata

sabato 07 Marzo 2020

L'emergenza Covid-19 ha rafforzato il Conte bis. I sondaggi dicono che gli attacchi populisti non pagano, il problema migranti e le altre paure indotte sembrano dissolti a fronte di un pericolo reale e i nodi nella maggioranza sono rinviati alla fine dell'allarme

Guerre e emergenze di ampia portata sono solite favorire lo status quo. Lo dice la storia. In Italia lo dice anche l’attualità.

Il Covid-19 ha, seppur con qualche eccezione, silenziato attacchi, polemiche, fibrillazioni, dando la sensazione che il governo Conte bis, e soprattutto la legislatura, si siano scoperti più forti.

Nei sondaggi populisti in calo

I motivi sono molteplici. Innanzitutto i sondaggi dicono che gli attacchi populisti al governo non pagano, come dimostrano i sondaggi in calo.

Il problema dei migranti sembra non interessare più nessuno e le finte paure suscitate dai populisti – “invasioni” di africani, sicurezza, democrazie sospese eccetera – si sono dissolte davanti a una paura concreta, reale.

Matteo Salvini – e chi sosteneva l’esigenza di chiudere le frontiere ai migranti provenienti dall’Africa – è stato clamorosamente smentito: nessun virus è arrivato in Italia con le ondate migratorie. Semmai è vero il contrario. E, come una nemesi, una sottile ondata di razzismo ha colpito proprio quei lumbard che rappresentano lo zoccolo duro della Lega Nord.

Di ieri, poi, la notizia che un poliziotto della scorta del capo del Carroccio è risultato positivo al coronavirus. Un agente della seconda auto – hanno precisato fonti della Lega -, ossia quella che accompagna la vettura dell’ex ministro.

Salvini, “Sto bene e mangio piselli”

“Sto bene – ha scritto Salvini su Facebook -, non sono mai stato a contatto con l’agente della Polizia che potrebbe essere positivo, e ovviamente farò tutto quello che le Autorità sanitarie mi chiederanno di fare, come ogni altro cittadino”.

“Grazie per i tanti messaggi – ha concluso – adesso mangio piselli, pomodori e carne cruda, poi torno al telefono con sindaci e medici in prima linea contro il virus”.

I nodi politici rinviati alla fine dell’emergenza

Certo, i nodi della maggioranza, prima o poi, verranno al pettine.

Iv tornerà all’attacco con le proprie proposte, a cominciare da quelle contro la legge Bonafede. E Matteo Salvini riprenderà il suo racconto rigorosamente anti-contiano.

Ma è sul “quando” a regnare l’incognita. Perché, al momento, dell’emergenza coronavirus non si intravvede la fine.

Il Parlamento si riunirà il meno possibile

Il Parlamento, da qui alle prossime settimane, si riunirà il meno possibile e solo per dossier legati all’emergenza.

Il temutissimo voto sul Mes – il 16 marzo, all’Eurogruppo, potrebbe arrivare il primo sì ufficiale dei Paesi firmatari – per esempio, potrebbe non approdare in Aula prima dell’estate.

Così come la riforma del processo penale, sulla quale, teoricamente, è destinata a prodursi la frattura tra Iv e il resto della maggioranza. E poi ci sono i nodi più strettamente inerenti all’attività di governo, come quello sulla revoca delle concessioni ad Autostrade, che da tempo vede Matteo Renzi contrario e in trincea.

Un mese di pax forzata per il premier Conte

Il premier Giuseppe Conte ha almeno un mesetto per sfruttare questa pax forzata lavorando innanzitutto sui due decreti economici che stoppino il pericolo – concretissimo secondo Moody’s – di una recessione nel 2020. Ma servono risorse.

I 7,5 miliardi messi in campo per il decreto che entro la settimana prossima dovrebbe vedere la luce non basteranno. E per questo Conte potrebbe fare la voce grossa con Bruxelles.

Il faccia a faccia con Angela Merkel

Due gli appuntamenti chiave: il faccia a faccia con la cancelliera Angela Merkel (potenziale sponda del governo) del 17 marzo a Berlino e il Consiglio Ue di fine mese. Proprio sui dl Conte dovrà fronteggiare il pressing delle opposizioni. Lega, Fdi e Fi chiedono un incontro che difficilmente il premier potrà rifiutare.

Ma Conte non ha intenzione di scrivere un decreto insieme a tutti: più volte ha posto l’accento sulla distinzione dei ruoli tra governo e opposizione. Una distinzione che allontana l’ipotesi, anche surrettizia, di un governo di tutti.

Al di là della tregua, però, la maggioranza freme.

Il nodo delle nomine nelle Partecipate

Fra poche settimane il governo dovrà stilare la propria lista di nomi per un numero corposo di Partecipate, a cominciare dalle big quotate come Eni, Enel, Terna, Poste o Leonardo. E l’emergenza virus non sembra aver ammainato le bandiere dei partiti.

Pd e Iv, secondo alcune fonti di maggioranza, accoglierebbero di buon grado una conferma degli Ad uscenti.

Ma il M5S non ci sta e pretende, almeno parzialmente, discontinuità.

Si vedrà. Come si vedrà se Conte e il Pd verranno incontro alla richiesta del M5S di un election day per Regionali e referendum sul taglio dei parlamentari.

Ma, intanto, c’è l’emergenza

E il governo prova a mostrare un piglio diverso. Non a caso ieri sera Vincenzo Spadafora ha chiesto che le partite di serie A siano trasmesse in chiaro.

Misure d’emergenza, ma anche popolari.

Come lo fu quella del “futbol para todos” di kircheriana memoria.

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