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Coronavirus, Foggia, evasi venti detenuti, sei morti a Modena

Coronavirus, Foggia, evasi venti detenuti, sei morti a Modena
Detainees protest on the roofs of the San Vittore prison in Milan, northern Italy, 09 March 2020. Violent protests broke out on the day in 27 Italian prisons against the novel coronavirus restrictions affecting the country with many inmates asking for an amnesty due to the virus emergency. Serious riots are taking place at San Vittore in Milan and Rebibbia in Rome where, as well as burning mattresses, some inmates attacked the infirmaries, media reported. ANSA/ANDREA FASANI

Rivolte in ventisette carceri italiane contro lo stop ai colloqui diretti. Anche a San Vittore a Milano e a Rebibbia a Roma. Le proteste sono cominciate sabato. Tre dei detenuti modenesi uccisi da overdose di farmaci

Sono lentamente rientrate le proteste e i disordini registrati all’interno di diverse carceri del Paese – compresa la Sicilia – dopo lo stop ai colloqui per l’emergenza coronavirus in Italia.

Anche a San Vittore a Milano , dove i detenuti sono saliti sul tetto della casa circondariale, e a Pavia, e dopo i roghi scoppiati nel carcere di Rebibbia a Roma e il fumo segnalato dentro Regina Coeli, le tensioni sono terminate e in nessun istituto ci sarebbero rischi per l’incolumità delle persone.

A Foggia i detenuti avrebbero chiesto 72 ore chiedendo di “negoziare” con il prefetto, rifiutandosi ancora di rientrare nelle sezioni. In molti chiedono “atti di clemenza”.

Assalti alle infermerie

Nel corso della rivolta vi sono stati assalti alle infermerie e sei detenuti morti provenienti dal carcere di Modena.

Tre nel penitenziario e altri tre dopo i trasferimenti nelle carceri di Alessandria, Parma e Verona.

Detenuti uccisi da farmaci

Tre delle morti di Modena non sarebbero direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere, precisano le fonti, anche se gli accertamenti sono appena cominciati e sono tuttora in corso.

Anche per quanto riguarda le cause dei decessi, le verifiche sono in fase preliminare ed avrebbero evidenziato che uno dei tre è morto per abuso di sostanze oppioidi, l’altro di benzodiazepine, mentre il terzo è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato.

Venti evasi a Foggia

Una ventina di detenuti è evasa dal carcere di Foggia.

Circa 50 sono riusciti a scappare durante la protesta,

A quanto si apprende hanno divelto un cancello della ‘block house’, la zona che li separa dalla strada.

Una trentina di loro è stata subito bloccata.

Alcuni detenuti chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza.

Mercoledì informativa di Bonafede sui disordini

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede terrà nell’Aula del Senato una informativa urgente sulla situazione delle carceri con l’emergenza coronavirus mercoledì alle 17.

Bonafede ha condannato la violenza esplosa nelle carceri : “è nostro dovere tutelare la salute di chi lavora e vive nelle carceri” e i provvedimenti presi hanno proprio “la funzione di garantire proprio la tutela della salute dei detenuti e tutti coloro che lavorano nella realtà penitenziaria”, ma “deve essere chiaro che ogni protesta attraverso la violenza è solo da condannare e non porterà ad alcun buon risultato”.

Il sovraffollamento nelle celle certo non aiuta.

Secondo i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 29 febbraio scorso nei 189 penitenziari ci sono oltre diecimila detenuti in più rispetto ai posti disponibili.

Il capogruppo di Iv al Senato Davide Faraone nella conferenza dei capigruppo al Senato di stamattina ha chiesto la rimozione del capo del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria).

Il Garante dei detenuti, “forte preoccupazione”

Il Garante nazionale delle persone private della libertà personale Mauro Palma esprime “forte preoccupazione” per le proteste da giorni in corso in diversi Istituti penitenziari, proteste “sfociate talvolta in violenze inaccettabili, con conseguenze gravissime, prime fra tutte la morte di alcune persone detenute”.

Palma ha chiesto al Governo nazionale di “mettere in campo misure straordinarie volte ad alleggerire le situazioni di sovraffollamento nelle carceri, superando un concetto di prevenzione fondata sulla chiusura al mondo esterno, affiancando a provvedimenti di inevitabile restringimento misure che diano la possibilità di ridurre le criticità che la situazione carceraria attuale determina e che permettano di affrontare con più tranquillità il malaugurato caso che il sistema sia investito più direttamente dal problema”.

Cosa era accaduto nei giorni scorsi

Sabato Salerno, ieri Modena, Palermo, Napoli e Frosinone, ma anche Vercelli, Alessandria e Foggia.

Ieri si sapeva soltanto di un morto a Modena, dove, nel primo pomeriggio, i detenuti, protestando per le misure di prevenzione per il Covid-19, si erano barricati.

Due agenti sono rimasti lievemente feriti nelle fasi più concitate, prima che il personale del carcere – una ventina tra poliziotti e sanitari – fosse fatto uscire.

Sul posto è arrivato anche il prefetto, assieme alle forze di polizia che si sono schierate di fronte alla struttura da cui è stato visto uscire del fumo, probabilmente a causa di un incendio di materassi.

In serata la notizia del decesso

Poi, in tarda serata, la notizia della morte del detenuto.

Secondo il Sap, il sindacato della polizia penitenziaria, i carcerati “chiedono provvedimenti contro il rischio dei contagi” spiega il segretario Aldo Di Giacomo.

Proteste nel Pagliarelli di Palermo

Proteste anche nel carcere palermitano di Pagliarelli per la paura del coronavirus, con i detenuti che hanno bruciato lenzuoli e carta e hanno iniziato a battere contro le sbarre delle celle per attirare l’attenzione.
“La situazione al momento è sotto controllo – ha detto ieri a tarda sera la direttrice del carcere, Francesca Vazzana -, ma certo le preoccupazioni sono comprensibili, anche noi siamo preoccupati. In un carcere che ospita 1400 detenuti la gestione dell’emergenza, anche perchè in una cella spesso sono in quattro e non si riesce a mantenere le distanze previste”.

I colloqui negati alla base della protesta a Napoli

La sospensione dei colloqui, prevista dalle misure anti-coronavirus, è alla base della protesta nel carcere napoletano di Poggioreale, dove alcuni detenuti sarebbero saliti sui muri del cosiddetto ‘passeggio’, nella zona interna del penitenziario.

Parallelamente, al di fuori del carcere, c’è stata la protesta dei parenti dei carcerati, anche loro per lo stesso motivo.

Indulto, amnistia o arresti domiciliari ciò che hanno chiesto per i loro familiari reclusi, bloccando anche il passaggio dei tram.

Frosinone, un centinaio di detenuti si barrica

Le misure sui colloqui previste dal dpcm anti-coronavirus (vanno usate modalità telefoniche o video) sono state la scintilla che ha fatto sollevare anche i detenuti di Frosinone: un centinaio si sono barricati all’interno della seconda sezione, da cui è stato visto provenire fumo.

Sul posto è accorso il garante regionale Stefano Anastasia: “Per il momento – riferiva nel tardo pomeriggio – siamo in fase di attesa. Non si vuole fare alcuna azione di forza per non creare tensioni. Siamo in trattativa”.

A Frosinone comunque non ci sono stati episodi di violenza contro il personale: “La situazione da questo punto di vista – aggiunge il garante – è relativamente pacifica”.

“Il nuovo decreto legge – il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, l’associazione per i diritti dei detenuti – contiene l’apertura a misure come l’aumento della durata delle telefonate e l’incentivo ad adottare misure alternative e di detenzione domiciliare. Ci appelliamo dunque ai direttori delle carceri e ai magistrati di sorveglianza”.