Coronavirus, tentativo d'evasione dal carcere di Palermo - QdS

Coronavirus, tentativo d’evasione dal carcere di Palermo

Raffaella Pessina

Coronavirus, tentativo d’evasione dal carcere di Palermo

lunedì 09 Marzo 2020

All'Ucciardone diversi detenuti hanno tentato di scavalcare la recinzione dell'istituto di pena. Al Pagliarelli annunciato uno sciopero della fame. Il garante dei detenuti per la Sicilia, Fiandaca, in visita alla struttura, "Serve responsabilità"

Tentativo di evasione stamattina dal carcere Ucciardone a Palermo.

Alcuni detenuti per protesta contro lo stop alle visite in carcere per l’emergenza coronavirus hanno tentato di scavalcare la recinzione dell’istituto di pena per cercare di fuggire.

Il tentativo è stato bloccato dalla Polizia penitenziaria.

Il carcere è stato immediatamente circondato da Carabinieri e Polizia in tenuta antisommossa e tutto è rientrato.

Anche i detenuti del Pagliarelli, l’altro carcere palermitano, avevano protestato ieri dando fuoco a lenzuola e fogli di carta, battendo oggetti sulle sbarre per attirare l’attenzione.

E oggi i detenuti del Pagliarelli hanno annunciato uno sciopero della fame per protestare contro il decreto che blocca i colloqui con i congiunti.

Ne dà notizia la Camera penale di Palermo il cui presidente, Fabio Ferrara, accompagnato dal vicepresidente Fabio Bognanni, ha incontrato la direttrice del carcere.

“La direzione – dice Bognanni – ha spiegato che provvederà ad autorizzare colloqui via Skype e incrementare quelli telefonici”. Nel pomeriggio un gruppo di parenti dei detenuti ha protestato davanti al carcere, rallentando il traffico sulla tangenziale che confina con il penitenziario. La Camera penale ha sollecitato iniziative “per attenuare la pressione sotto il profilo del sovraffollamento, con l’adozione di provvedimenti come la detenzione domiciliare, ove possibile, per i detenuti che non hanno commesso gravi reati”.

Bognanni suggerisce che nei Tribunali di sorveglianza siano distaccati magistrati che in questo periodo non tengono udienze, per la concessione di misure alternative al carcere”.

“Non dobbiamo aspettare il caso grave o estremo prima di agire – ha detto Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl. – il Governo, quindi, deve rivedere il sistema carcerario e garantire un maggior numero di forze dell’ordine per la tutela della sicurezza all’interno delle strutture”.

Giovanni Fiandaca, garante dei detenuti per la Sicilia, si è recato in visita all’Ucciardone dopo le proteste dei detenuti, ha rivolto un invito ad “assumere atteggiamenti auto-responsabili e di collaborazione, nella consapevolezza che le attuali misure restrittive sono temporanee (e quindi revocabili al migliorare della situazione) e servono innanzitutto alla tutela della salute di tutti. Non sono i detenuti a essere ingiustamente discriminati. Oggi tutti, a prescindere dal fatto che viviamo dentro o fuori dagli istituti penitenziari, siamo obbligati al rispetto di regole prudenziali a finalità preventiva”.

Fiandaca ha richiamato l’attenzione sulla “necessità di comprendere le buone ragioni dei provvedimenti restrittivi adottati, incluse le limitazioni di contatti per colloqui con i parenti, essendo finalizzate all’obiettivo di proteggere innanzi tutto gli stessi detenuti dal rischio di contagi da fonte esterna”. E, manifestando “comprensione per i disagi anche di ordine psicologico”, ha invitato la popolazione detenuta a “mantenere la calma e ad adottare atteggiamenti il più possibile consapevoli e responsabili, dal momento che reazioni emotive incontrollate e paure eccessive, specie se sfocianti in forme di protesta violenta, rischiano di provocare pericoli e conseguenze negative ancora maggiori”.

A compensazione delle misure restrittive, è prevista la possibilità di beneficiare di un maggior numero di telefonate e di accedere a colloqui via Skype.

Da Fiandaca, infine, la conferma dell’impegno del garante nazionale e dei garanti regionali a verificare con continuità gli sviluppi della stato di emergenza, così “da rivolgere eventualmente al Governo e alle altre autorità pubbliche competenti consigli e suggerimenti volti a rendere più efficace la salvaguardia della salute nelle carceri e meno disagiata la vita detentiva nel suo complesso”.

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