Riscriviamo con carta e penna - QdS

Riscriviamo con carta e penna

Carlo Alberto Tregua

Riscriviamo con carta e penna

martedì 07 Maggio 2024

Aiuta memoria e autostima

Quasi nessuno ormai scrive con penna su carta, perché tutti usano computer, tablet, smartphone e altro. Quindi le dita si muovono sulla tastiera, anche velocemente. Pochi però riflettono sul fatto che la scrittura sulla tastiera non consente la necessaria concentrazione su ciò che si scrive, come invece si faceva quando si usavano carta e panna.
Ultimamente è stato pubblicato uno studio norvegese molto interessante su Frontiers in Psychology, che ha chiarito alcune cose ormai cadute in disuso.
Spiega che la scrittura manuale aiuta ad apprendere meglio e consente di aumentare la propria autostima, migliorando la concentrazione, aiutando a comprendere meglio ciò che si scrive e a focalizzare gli obiettivi.
Ma, osserva il solito pignolo: non è uguale tutto ciò alla scrittura che si effettua sulla tastiera? E, aggiunge: prima non si scriveva sulle Olivetti o l’Underwood?

Vi erano le dattilografe che facevano appositi corsi per raggiungere una velocità incredibile di scrittura, pari alla velocità della dettatura. Per cui non è questo elemento che differenzia la scrittura meccanica o digitale da quella manuale, tipicamente più lenta. È invece il collegamento fra la mente, che gestisce chi scrive, e le mani, che operano per scrivere.

Sembra che il corsivo favorisca lo sviluppo neurologico, stimoli l’attenzione, potenzi la memorizzazione dei concetti. Insomma, vi è una sorta di accelerazione del funzionamento del software del nostro cervello quando esso può estrinsecarsi nell’attività manuale della scrittura. Sembra anche che così si stimoli la capacità espressiva di chi scrive.

A scuola una volta si cominciava con i quaderni e per fortuna ancora questo uso “medievale” sussiste. Però già ai/alle bambini/e di sette od otto anni vengono dati quegli infernali strumenti chiamati smartphone, che divengono quasi una componente del corpo, tanto che negli Stati Uniti essi sono l’ultima cosa che viene utilizzata prima di andare a dormire e la prima al risveglio.
Non è una bella cosa, né salutare, ma sembra ormai irreversibile questo andamento verso l’uso compulsivo dell’oggetto, che sta diventando il padrone di chi lo usa.

Una volta dalla scrittura si rilevava la personalità dello/a scrivente; oggi la scrittura digitale è anonima, anche perché il modo di scrivere e di periodare è diverso fra i due sistemi: più composito quello manuale, più secco e magro quello digitale.

Vi è poi un altro aspetto che pochi valutano e cioè che sulla tastiera si muovono le dita, mentre con la scrittura manuale si muovono le mani, quindi la prima fa perdere destrezza manuale, che è un requisito indispensabile per imparare a scrivere.
È questo il punto nodale dell’argomento in esame: come si fa a imparare a scrivere bene? È necessario prima pensare “bene” e quindi occorre che la formazione dei pensieri sia allenata, affinché essi si possano poi esprimere e si trasformino in scritti attraverso le mani o attraverso la tastiera.
Non sembri questione di lana caprina quanto precede perché, oltre a essere un argomento di attualità, vista la propagazione del fenomeno trattato, l’individualità è fondamentale nell’espressione della personalità.

L’argomento si può inquadrare nel tema che ripetiamo spesso e cioè quanto sia importante pensare con la propria testa e non con quella degli altri. In altri termini, come diventare persone libere, partendo dalla libertà dei bisogni.

Più si va avanti, però, e meno si capisce cosa significhi questo precetto, perché non si pensa a sufficienza e non si riflette sul cosa fare e come farlo per raggiungere questo stadio di libertà.
Molti demagoghi inneggiano al tempo libero, al divertimento, allo svago, perché hanno il malefico fine di cloroformizzare la testa della gente, in modo da poterla guidare secondo i propri interessi.
È da questo rischio che bisogna difendersi, agendo in modo esattamente opposto, cioè alimentando il proprio cervello con una lettura cospicua e costante di libri o di altre fonti per apprendere le lezioni che nei secoli ci sono state trasmesse, al fine di diventare persone vere e non burattini nelle mani degli altri.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017