Catania, Biriaco: "Rischiano di saltare le Pmi per il Covid19" - QdS

Catania, Biriaco: “Rischiano di saltare le Pmi per il Covid19”

Melania Tanteri

Catania, Biriaco: “Rischiano di saltare le Pmi per il Covid19”

martedì 24 Marzo 2020

Intervista al presidente di Confindustria Catania: “Credito, programmazione a breve per dare liquidità immediata e sospensione tributi e obblighi fiscali”

CATANIA – Il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, rischia di dare un colpo di grazia al settore produttivo. Dopo i primi provvedimenti governativi, che hanno stoppato molte aziende, l’ultima decisione del Governo potrebbe diventare la proverbiale goccia per far traboccare il delicato mondo delle industrie locali. Con le piccole e medie imprese a guidare le fila, il rischio che l’epidemia da Covid-19 si trasformi presto in un tracollo economico è reale. Per questo Antonello Biriaco, numero uno di Confindustria Catania, lancia l’allarme e chiede a Roma aiuti concreti non solo per fronteggiare il delicatissimo momento contingente, ma per l’immediato futuro.

“Ancora dobbiamo capire come comportarci – afferma. Stiamo affrontando con molto senso di responsabilità le decisioni assunte dal Governo di chiudere le attività produttive. Confindustria, in questo momento, riceve centinaia di sollecitazioni dalla base associativa che vuole supporto e vuole capire bene queste informazioni che molte volte sono imprecise, poche e non chiare. Questo è un grave problema”.

Il momento particolare necessiterebbe di una visione immediata insieme ad una a più ampio raggio, secondo il presidente degli industriali catanese. “Siamo passati da un’economia di emergenza all’economia di guerra – dice ancora: questo ci fa molto preoccupare, fermo restando che il tessuto imprenditoriale catanese è molto variegato: si va dalla grande azienda con migliaia di dipendenti, come la Pfitzer o la Stm per esempio, alle piccole e piccolissime aziende che soffrono più delle altre e per le quali, credo, debba essere garantita liquidità immediata”.

Un sostegno adesso, per chi è costretto a chiudere, per chi vede ridotte le commesse, per chi non riesce a restare a galla. “Restare aperti è un atto di grandissima responsabilità e nessuno lo fa a cuor leggero – aggiunge. Ma in molti settori, la domanda è pari a zero e quindi non c’è esigenza di restare operativi. Per questo, le aziende hanno bisogno di liquidità. Servono misure di portata eccezionale: se no rischiamo danni permanenti e irreversibili”.

L’azzeramento degli ordini, dall’Italia e dall’estero, per tantissime aziende, insieme al calo della domanda, pubblica e privata, potrebbe prolungarsi a lungo, e questo potrebbe portare a un grave tracollo economico.

“La programmazione, per le imprese, è molto importante: per questo sarà determinante sciogliere il nodo del credito a breve e garantire liquidità” – ribadisce ancora Biriaco che chiede l’istituzione di un fondo di garanzia nazionale, “oltre alla sospensione di obblighi fiscali e contributivi almeno per il 2020” – prosegue. “Non bastano i 25 miliardi. Servono a stento ora per la cassa integrazione che – sottolinea – diventerà massiva con le aziende che chiuderanno. Bisogna preservare, poi, l’operatività di una parte delle filiere internazionali – evidenzia: qui è crollata la domanda e questo ci preoccupa moltissimo”.

Credito, programmazione a breve per dare liquidità immediata e sospensione tributi e obblighi fiscali, le richieste di Confindustria Catania. Il cui presidente precisa: “Il debito, poi – specifica – dovrà essere spalmato in almeno trent’anni, se no non si è risolto nulla. A rischio c’è la vita di tante aziende”.

Non dà i numeri, però, Biriaco. “Al momento non siamo in grado di darli, da un giorno all’altro può cambiare tutto”, afferma prima di chiedere il rilancio delle opere pubbliche, per dare nuovo slancio all’economia: una sorta di New deal, come negli Stati Uniti in occasione della crisi del 1929. “Che venga avviato al più presto – conclude – in modo che la domanda pubblica compensi il crollo di quella privata”.

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