Coronavirus, via libera dal Ministero ai tamponi rapidi - QdS

Coronavirus, via libera dal Ministero ai tamponi rapidi

redazione web

Coronavirus, via libera dal Ministero ai tamponi rapidi

venerdì 03 Aprile 2020

Lo dice una circolare del dicastero della Salute. Priorità ai soggetti fragili e a medici e infermieri a rischio. Undici i test validati. Indicate anche le aziende produttrici. Poche evidenze per i test sierologici per rilevare gli anticorpi

Via libera dal Ministero della Salute ai test molecolari veloci, ovvero i tamponi rapidi, basati sulla rilevazione dei geni virali nelle secrezioni respiratorie.

Questi permetterebbero di ottenere risultati in tempi brevi.

Lo stabilisce una nuova circolare in cui si indicano anche i criteri di priorità per l’esecuzione, a partire da pazienti ospedalizzati, operatori sanitari esposti a maggior rischio, soggetti fragili e soggetti con infezione respiratoria ricoverati nelle Residenze sanitarie assistite.

Undici i test validati, laboratori potenziati

Sono in tutto undici i test a tampone rapido validati dal Ministero della Salute e indicati nella nuova circolare che aggiorna le indicazioni sui test diagnostici.

Vengono indicate anche le aziende produttrici.

Le Regioni potranno dunque approvvigionarsi di tali test che dovranno essere processati nei Laboratori indicati dalla stessa circolare e il cui numero è stato potenziato.

In aree a rischio sì ai test in auto

Nelle aree di alta trasmissione del virus, a fronte di un sovraccarico dei laboratori diagnostici, si può considerare la possibilità di utilizzare laboratori mobili o “drive-in clinics”, consistenti in strutture per il prelievo di campioni attraverso il finestrino aperto dell’automobile su cui permane il paziente.

Lo prevede la nuova circolare del ministero della Salute, precisando che per la Commissione europea, “queste strutture permettono di ridurre il rischio di infezione al personale sanitario o altri pazienti”.

Test su tutti i malati con infezioni respiratorie

Nelle aree in cui vi è ancora una limitata trasmissione di sars-cov-2, “se si dispone di risorse sufficienti”, vanno effettuati “test diagnostici in tutti i pazienti con infezione respiratoria”.

Lo indica la nuova circolare del ministero della Salute di aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici. I test non vanno effettuati in assenza di prescrizione medica od ospedaliera.

Prioritario il test per gli operatori sanitari a rischio

Tra le categorie a cui effettuare i test tampone rapidi prioritariamente, figurano dunque gli operatori sanitari esposti a maggior rischio (compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario e i tecnici verificatori), “per tutelare gli operatori sanitari e ridurre il rischio di trasmissione in ospedale”.

Inclusi nella circolare anche gli operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia per decidere l’eventuale sospensione dal lavoro; operatori, anche asintomatici, delle Rsa e altre strutture residenziali per anziani.

Indicate infine le persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come persone anziane con comorbidità quali malattie polmonari, tumori, malattie cerebrovascolari, insufficienza cardiaca, patologie renali.

Poche evidenze per i test sierologici per rilevare gli anticorpi

I test sierologici per la rilevazione degli anticorpi al sars-cov-2 “sono molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale”, ma “come attualmente anche l’Oms raccomanda, per il loro uso nell’attività diagnostica d’infezione in atto da sars-cov-2, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa”.

E’ la valutazione indicata nella nuova circolare del ministero della salute di aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici.

La circolare, “non possono sostituire il test molecolare”

In particolare, si legge nella circolare del ministero della salute, “i test rapidi basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da sars-cov-2, secondo il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico, non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di Rna virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’Oms”.

Secondo l’Oms, “sebbene l’impiego di kit commerciali di diagnosi rapida virologica sia auspicabile e rappresenti un’esigenza in situazioni di emergenza come quella attuale, gli approcci diagnostici al momento tecnicamente più vantaggiosi, attendibili e disponibili rimangono quelli basati sul rilevamento del virus in secrezioni respiratorie”.

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