Calatafimi, ex vice sindaco e comandante Polizia municipale in manette - QdS

Calatafimi, ex vice sindaco e comandante Polizia municipale in manette

Natalie Maida

Calatafimi, ex vice sindaco e comandante Polizia municipale in manette

venerdì 21 Febbraio 2020

Vito Sciortino e Giorgio Collura tra i 5 indagati dai carabinieri nell’operazione Phimes. Patto illecito nella “gestione” dell’area di parcheggio di proprietà dell’imprenditore Isca

SEGESTA (TP) – Ci sono anche l’ex vice sindaco di Calatafimi Segesta, Vito Sciortino, e il comandante dei vigili urbani, Giorgio Collura, tra i cinque indagati nell’operazione denominata “Phimes” e condotta dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, che ha sventato il “patto corruttivo” tra Francesco Isca, imprenditore edile molto vicino a Vito Nicastri imprenditore dell’eloico e Salvatore Craparotta, vicecomandante della Polizia municipale di Catalafimi Segesta fino a dicembre 2019.

Le indagini scattate nell’agosto del 2018 hanno rivelato che l’ispettore di polizia, sfruttando il suo titolo, agevolava l’attività economica dell’area di parcheggio di Isca attraverso asssidue multe agli automobilisti che sostavano al di fuori dell’aerea a pagamento lungo la strada che conduce al tempio del parco archeologico di Segesta.

In cambio, Isca avrebbe assunto nelle sue società interne al parcheggio, alcuni parenti dell’ispettore: la figlia socia al 50% si occupa della gestione della “Segesta Green Tour srl”, insieme alla moglie e il genero che ne sono dipendenti.

Dopo più di un anno di indagini, attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che con acquisizioni di documenti del Comune di Calatafimi Segesta, sono “partiti” gli avvisi di garanzia che hanno raggiunto anche la moglie di Craparotta, Maria Craparotta, insieme ad altri due vigili urbani: l’ispettore Leonardo Accardo e l’agente Vito Accardo. I reati di accusa sono a vario titolo di favoreggiamento, abuso di ufficio e falsità materiale e ideologica.

In particolare l’ex sindaco Sciortino è indagato con l’accusa di abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica: avrebbe imposto alla direzione del parco di Segesta, senza averne titolo (in quanto l’area prima di diventare ente autonomo era gestita dalla Regione siciliana) tramite atto firmato dallo stesso e privo di protocollo, di vietare il parcheggio ai veicoli al suo interno, al fine di favorire l’attività di parcheggio di Isca.

La moglie di Craparotta, prima di essere convocata e interrogata nel 2019, avrebbe concordato preliminarmente con il marito la versione da fornire ai militari. Poi, secondo l’accusa, avrebbe contattato la moglie dell’imprenditore per informarla al fine di favorire Isca ad eludere alle indagini.

Gli altri tre componenti della Polizia municipale, tra cui il comandante e due vigili, dovranno rispondere di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale e ideologica in atti pubblici. Tutte condotte dirette ad agevolare l’attività dell’azienda di Isca penalizzando quelle dei concorrenti, stando a quanto riportato dagli investigatori.

Isca è stato coinvolto recentemente in un’inchiesta per mafia e corruzione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nella quale pare sia coinvolto anche Nicastri, imprenditore dell’eloico.

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