Corso dei Martiri, la città di Catania ora chiede chiarezza - QdS

Corso dei Martiri, la città di Catania ora chiede chiarezza

redazione

Corso dei Martiri, la città di Catania ora chiede chiarezza

Melania Tanteri  |
martedì 28 Maggio 2024

Continua a tenere banco il dibattito sul futuro dell’eterna ferita, associazioni e sindacati sollecitano l’Amministrazione. Volerelaluna: “Una situazione di stallo che rischia di prolungarsi indefinitamente”

CATANIA – “Una situazione di stallo che rischia a ancora una volta di prolungarsi indefinitamente”. L’associazione Volerelaluna interviene nuovamente sulla questione “Corso Martiri della Libertà”, dopo che è diventato evidente, come abbiamo riportato anche sulle pagine del Quotidiano di Sicilia, che si sia in un’impasse dalla quale sembra davvero difficile venir fuori. È stato lo stesso vicesindaco e assessore all’urbanistica del comune di Catania, Paolo La Greca, a parlarci di “ghiaccio” sul quale starebbe camminando l’amministrazione, non avendo alcuna certezza.

La convenzione del 2012, il rinnovo nel 2022, il mancato avvio dei lavori per la realizzazione del parcheggio multipiano di piazza della Repubblica, parte degli oneri di urbanizzazione a carico dei privati, ma soprattutto le ultime notizie di cronaca, hanno spinto Volerelaluna a chiedere pubblicamente, in occasione di un incontro ieri sera, nel salone della Cgil, di conoscere le intenzioni di Palazzo degli Elefanti relativamente alle aree centralissime che attendono la riqualificazione da mezzo secolo.

L’associazione Volerelaluna ricostruisce i fatti in un lungo documento

Che parte dallo sventramento degli anni Cinquanta, quando il quartiere di San Berillo viene demolito in gran parte per realizzare nuova edilizia, passa per la realizzazione del primo tratto del Corso Sicilia e la successiva interruzione dei lavori. E ancora, del contenzioso di Istica – la società proprietaria di gran parte delle aree – con il Comune e degli indennizzi successivi di circa 40 miliardi di lire, arrivando fino al Piano regionale del 1973 e ai successivi step.

“Agli inizi del 1969, quasi alla fine dei 15 anni assegnati all’Istica per il completamento, i lavori si fermano dopo la realizzazione di una prima parte (attorno a corso Sicilia, piazza della Repubblica e piazza Giovanni XXIII) – si legge nella ricostruzione – lasciando un grande vuoto urbano di circa 9 ettari intorno a corso Martiri della Libertà. Vari studiosi ed economisti hanno valutato che l’operazione abbia prodotto, fino a quel momento, un profitto privato fra i trenta e i quaranta miliardi di lire. Poco prima, nonostante i pesanti ritardi nelle edificazioni, Istica aveva avviato un contenzioso per presunte inadempienze contrattuali da parte del Comune, riuscendo poi a ottenere indennizzi per circa 40 miliardi di lire. A seguito di una legge regionale del 1969, un piano di completamento per le aree rimaste inedificate venne approvato dalla Regione nel 1973”.

La ricostruzione di Volerelaluna arriva fino ai giorni più recenti, al 2012 quando viene firmata la convenzione tra Comune e privati, della durata decennale, per attuare il progetto redatto dall’architetto Mario Cucinella che prevedeva anche le opere di urbanizzazione a carico dei privati, da cedere poi al Comune. Alcune vengono realizzate, ma il parcheggio no. Il bando, in un primo momento aggiudicato, viene ritirato dopo il ricorso al Tar dell’Ance. Si arriva al 2022, ovvero l’anno in cui il commissario straordinario Federico Portoghese proroga la stessa convenzione di altri dieci anni, al 2032.

Corso dei Martiri, un vero e proprio stallo

E parte da questo fatto la riflessione di Volerelaluna, che si domanda come mai l’amministrazione non sia intervenuta per obbligare i privati ad adempiere a quanto sottoscritto, chiedendo innanzitutto che Palazzo degli elefanti faccia valere gli interessi della città. Una richiesta ribadita alla luce del fatto che, come riportato dal QdS, i privati non sono in condizioni di pagare la fidejussione necessaria a mettere a bando l’opera. Lo ha evidenziato lo stesso La Greca parlando proprio con il QdS alcuni giorno fa. “Non appena si è arrivati alla pubblicazione del bando – ha detto – i proprietari delle aree ci hanno mandato una lettera nella quale dicono di non essere in condizioni di pagare la fidejussione (a garanzia del Comune, stazione appaltante n.d.a.), e nella quale sostengono che, nella convenzione firmata nel 2022, hanno a disposizione cinque anni per le opere di urbanizzazione” dalla pubblicazione del bando. Insomma, un vero e proprio stallo che rischia di essere risolto tra dieci anni e non certo a favore del pubblico e della città.

Resta in piedi l’ipotesi, sebbene difficile da percorrere, che sia il Comune a realizzare le opere, acquisendo i terreni, ma in questo caso il problema sarebbe soprattutto trovare la copertura economica anche per eventuali espropri.

Sembra che il sindaco voglia chiedere le somme alla Regione, ma occorrerebbe comunque “entrare nella trattativa”, come detto da La Greca. “Se questi signori vogliono vendere ad altri, è chiaro che il prezzo di vendita non può essere uguale a quello di un esproprio – ha sottolineato -. Il Comune, per inserirsi nella trattativa, potrebbe dare una destinazione all’area di interesse pubblico e procedere, ma i valori di quell’area potrebbero essere molto elevati”.

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