Corte dei conti, condannati tre ex deputati regionali - QdS

Corte dei conti, condannati tre ex deputati regionali

redazione web

Corte dei conti, condannati tre ex deputati regionali

venerdì 17 Aprile 2020

Oltre al sindaco di Catania Salvo Pogliese ci sono l'ex presidente dell'Ars Ardizzone e Francesco Rinaldi. Dovranno risarcire l'Assemblea regionale complessivamente 251mila euro per le consulenze "inutili", alcune copiate da internet

I giudici della Corte dei conti di Palermo, con tre sentenze di primo grado, hanno condannato altrettanti ex deputati dell’Ars a risarcire l’Assemblea per le consulenze “inutili” alcune copiate da internet.

I tre sono l’attuale sindaco di Catania Salvo Pogliese, Francesco Rinaldi e Giovanni Ardizzone, che dovranno rimborsare il danno erariale provocato.

La vicenda risale alla scorsa legislatura dal 2013-2017.

Giovanni Ardizzone era presidente dell’Ars mentre Pogliese e Rinaldi erano componenti dell’Ufficio di presidenza.

I giudici contabili hanno accolto in parte la ricostruzione del procuratore regionale Gianluca Albo e del vice Lia Centro, stabilendo che Giovanni Ardizzone dovrà pagare 130 mila euro, Rinaldi 112 mila e Pogliese soltanto novemila.

La Sezione giurisdizionale, presieduta da Guido Carlino, ha ritenuto sussistente il danno erariale per quelle consulenze generiche e riconducibili a funzione amministrativa sindacabile.

Sono state contestate le consulenze “lampo” da uno a otto mesi, erano state assegnate “a soggetti individuati fiduciariamente, senza indicare l’oggetto specifico della consulenza, ma solo con la generica ed evanescente indicazione della materia, senza peraltro dare contezza né della professionalità dei soggetti di volta in volta incaricati, né della strumentalità funzionale di ciascun incarico”.

E’ stato invece dichiarato il difetto di giurisdizione per non sindacabilità delle consulenze riconducibili alle funzioni legislative dell’Assemblea regionale per Antonio Venturino e Giuseppe Lupo, anche loro componenti dell’Ufficio di

Presidenza.

Lupo – al quale venivano contestati 61 mila euro mentre a Venturino 25 mila – aveva però sostenuto che l’Ars non è assimilabile a un organo amministrativo, ma sfuggirebbe alla censura di tribunali esterni. Da qui il difetto di giurisdizione.

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