I giudici contabili nel precedente mese di novembre avevano sospeso il giudizio di pianificazione del rendiconto
Definito ufficialmente il giudizio sul rendiconto 2020 dalla Corte dei Conti per quanto riguarda la Regione Siciliana. È stato illegittimo il decreto che consentì all’ex governo Musumeci di spalmare il deficit in dieci anni. Un giudizio che però sembrerebbe non preoccupare l’assessore regionale all’economia Marco Falcone, presente all’adunanza insieme al ragioniere generale Ignazio Tozzo a al capo di gabinetto della presidenza della Regione Salvatore Sammartano.
Marco Falcone: “Nessuna conseguenza sulla tenuta finanziaria della Regione”
“Abbiamo preso atto – afferma Falcone – della decisione della Corte dei Conti inerente a una fase finanziaria risalente ormai a un quinquennio fa e che non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione. Se è vero che il disavanzo al 2018 andava ripianato non in dieci ma in tre anni, è vero anche che la Regione, da allora ad oggi, ha posto in essere tutti i necessari correttivi e guarda ai propri conti con maggiore serenità. Ci adegueremo alle indicazioni dei magistrati nella revisione del rendiconto 2020 potendo disporre degli opportuni accantonamenti che mantengono in sicurezza i nostri bilanci. Ciò è avvenuto anche grazie al rapporto di leale collaborazione che abbiamo instaurato con la Corte dei Conti e che ci ha condotto assieme a risultati importanti: infatti, il rendiconto 2022 certifica il calo del disavanzo della Regione a soli 4 miliardi di euro. Dal 2021 ad oggi siamo cioè rientrati di quasi tre miliardi e, secondo le nostre previsioni, nel rendiconto 2023, in fase di predisposizione, rientreremo di altri 800 milioni di euro”, conclude l’assessore.
I giudici contabili nel precedente mese di novembre avevano sospeso il giudizio di pianificazione del rendiconto poiché era stata accolta la richiesta della Procura generale della Corte dei conti, che aveva portato ad una temporanea sospensione del giudizio legato alla questione del disavanzo per via di una sentenza che è arrivata in un secondo momento nel mese di gennaio 2024.