Covid, 118, ora anche i trentenni non respirano - QdS

Covid, 118, ora anche i trentenni non respirano

redazione web

Covid, 118, ora anche i trentenni non respirano

domenica 28 Novembre 2021

Il presidente Balzanelli fornisce i dati di sette regioni campione, da Sud a Nord. In questa quarta ondata i giovani sono il trenta per cento in più di prima. Colpiti soprattutto i non vaccinati

Positivi al Covid, resistono a casa fino a che i sintomi non si aggravano e cominciano ad avere fame d’aria, solo a quel punto chiamano l’ambulanza. Si ammalano soprattutto persone non vaccinate (65%) a partire dai trent’anni in su, rispetto ai vaccinati (35% circa).

E’ lo scenario disegnato dalla Sis 118 in base alle ultime rilevazioni del Sistema di Emergenza Territoriale 118 in sette regioni campione, da Nord a Sud, con un tasso di incidenza a macchia di leopardo.

“Tra chi presenta un quadro clinico che richiede il trasporto in ospedale da parte del 118 ci sono pazienti con evidente difficoltà respiratoria acuta e significativa desaturazione arteriosa (riduzione severa della ossigenazione del sangue) e nella nostra esperienza prevalgono i soggetti non vaccinati (65% circa in alcune nostre rilevazioni), dai trent’anni in poi, rispetto ai soggetti vaccinati (35% circa ma con altre malattie)”, spiega il presidente della Sis 118 Mario Balzanelli, “i giovani che si ammalano in questa quarta ondata da quello che stiamo vedendo direttamente noi che siamo in prima linea sul campo sono circa il 30% in più rispetto alle precedenti fasi pandemiche”.

“Il virus è cambiato, con le prime ondate si ammalavano di più gli anziani, le persone con cronicità, con altre patologie. Ora il Covid colpisce sempre di più dai 30 anni e i bambini, anche se questi ultimi con sintomi molto più lievi”.
Rispetto ai vaccinati ricoverati nelle unità operative di malattie infettive (50% del totale dei ricoverati Covid) i soggetti vaccinati ricoverati nelle unità di pneumologia e subintensiva (45% del totale dei ricoverati Covid) sono, nella quasi totalità dei casi affetti da comorbidità croniche significative, tra cui prevalgono i pazienti oncologici, ematologici o comunque in terapia co immunosoppressori.

“I pazienti che transitano, direttamente o indirettamente in rianimazione sono nella quasi totalità dei casi non vaccinati stando alla nostra esperienza quotidiana diretta sul campo”, osserva Balzanelli. “Adesso siamo nel pieno della quarta ondata della pandemia. Il 118 ricomincia a soccorrere persone che non respirano, anche in giovane età, con tendenza in significativo e rapido aumento”. Per il presidente del 118 bisogna rilanciare la linea strategica contro SarS-CoV2, anche in vista delle prossime festività.

“Abbiamo solo due armi efficaci – dice – il vaccino e la protezione dall’ingresso del virus nell’organismo. Il vaccino riduce in modo assai significativo le possibilità di sviluppare forme gravi della malattia e ancor più riduce le possibilità di morire. È quindi indispensabile vaccinarsi, e a tutte le età possibili, fatte salve le specifiche controindicazioni. Sostenere il contrario è scientificamente ed eticamente assurdo”.

A parte i farmaci, per il presidente del 118 l’utilizzo della mascherina FFP2 (non è più tempo di mascherine chirurgiche, afferma) soprattutto nei locali e nei mezzi pubblici e il mantenimento delle distanze di sicurezza “hanno valore determinante nell’impedire di essere infettati e di infettare.

Ma non basta. Occorre proteggere gli occhi, pur portando la mascherina, in particolare quando ci si trova nell’impossibilità di mantenere le distanze di sicurezza, sui mezzi pubblici e in ambienti affollati, perché gli occhi, le congiuntive, la cornea, le lacrime vengono inevitabilmente contagiati dalla colonna di aria espirata da un soggetto positivo che non indossi la mascherina”. (ANSA).

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