Covid, a Palermo Genitori Pro Dad per una scuola in sicurezza - QdS

Covid, a Palermo Genitori Pro Dad per una scuola in sicurezza

Covid, a Palermo Genitori Pro Dad per una scuola in sicurezza

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giovedì 21 Gennaio 2021

Assembramenti, finestre aperte e riscaldamenti spenti durante le lezioni; su Facebook nasce un movimento che dice no alla riapertura di elementari e medie.

Una settimana di riapertura per le scuole siciliane nel
segno dell’incertezza e della protesta.
Forti dubbi arrivano dalle dichiarazioni del sindaco di Palermo, Leoluca
Orlando
, che potrebbe chiudere le scuole per l’ennesima volta se non vi
saranno “le adeguate garanzie” fornite dall’Asp.

Le protese invece – che di questi tempi non mancano mai – arrivano da centinaia di genitori che contestano aspramente la riapertura di elementari e medie, per una Sicilia che appare più come zona “rosa” anziché rossa.

Un movimento, quello dei Genitori Pro Dad, che
vanta oltre ottocento unità su Facebook ma che in realtà – come confermano
diverse mamme ai microfoni di Qds.it – “Supera ampiamente le mille persone,
stanche di aperture e di chiusure che danno incertezza a noi e ai nostri figli”.

Perché se è vero che ognuna di loro crede nell’istituzione Scuola, e in
particolare alla didattica in presenza come collante educativo e pilastro
formativo, queste mamme non vogliono abbassare la guardia di fronte al pericolo
covid
.    

“Viviamo nello sconforto del controsenso – dice una di loro
– perché a 1 km da casa mia le scuole monrealesi sono chiuse fino al 23 gennaio,
mentre io devo mandare mio figlio a scuola. Siamo o no in zona rossa?” Una
domanda, questa, a cui diventa ancor più difficile rispondere quando vengono
descritti dettagli agghiaccianti in merito alle disposizioni anti-covid: “I
nostri figli dovranno stare seduti in classe con le finestre aperte e i
riscaldamenti spenti
: questo è fare lezione?”.

I genitori pro dad, dunque, non si rassegnano tentando di
sensibilizzare l’opinione pubblica, aumentando allo stesso tempo il divario che
li divide da chi vede la scuola come una necessità per la propria routine
quotidiana: “Tutti i genitori lavorano, anche noi lavoriamo. La scuola non è un
parcheggio ad ore: in questo momento dobbiamo mettere i nostri figli davanti ai
nostri impegni e a noi stessi”.

Il quadro si complica guardando le foto e i video di
inevitabili assembramenti nel via vai fuori dagli ingressi scolastici:
specie nei giorni di pioggia – dice una delle mamme intervistate – in molti si
accalcano sotto le tettoie, e inevitabilmente adulti e bambini si ritrovano in
fila indiana uno accanto all’altro, gomito a gomito.
Le immagini sono a scanso di equivoci, come il risultato di un tampone che la
scorsa settimana  – prosegue il genitore
– ha indicato la positività della mamma di una compagna di mia figlia.
“Ma per fortuna – fa un sospiro di sollievo [n.d.r.] – c’era la Dad”.

I genitori a favore della didattica a distanza, dunque,
continuano la loro lotta non portando i propri figli a scuola che intanto
perdono ore di lezione. E se da un lato gli ospedali siciliani continuano ad essere
pieni – 1486 casi nelle ultime 24 ore, che fanno della Sicilia la seconda
regione italiana per numero di positivi al Covid – molti banchi sono ancora
vuoti, in questo drammatico equilibrio segnato dalla pandemia.

Gioacchino Lepre

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Un commento

  1. Vincenzo ha detto:

    “Sono convinto che sia proprio l’assenza della scuola ad aver ‘pesato’ così tanto sugli adolescenti. Continuiamo a pensare che la scuola sia solo didattica: questo è un errore gravissimo. La scuola non può essere vista come luogo di preparazione al mondo del lavoro ma come luogo di formazione del carattere e della conoscenza. All’interno della scuola si cresce culturalmente, ma non solo. Ci si riscatta, ci si afferma. Anche chi appartiene a contesti umili, tramite la scuola può studiare e riscattarsi. Se la scuola non c’è, l’affermazione di sé passa attraverso valori negativi: le risse per strada, l’autolesionismo, i litigi violenti, con compagni e genitori. I giovani hanno necessità di ribellarsi, ma più riduciamo gli spazi di possibile ‘deragliamento’, gli spazi in cui possono infrangere le regole sotto lo stretto controllo dell’adulto – come appunto, le scuole – più queste ribellioni diventano violente”.
    https://www.huffingtonpost.it/entry/i-giovanissimi-si-tagliano-e-tentano-il-suicidio-mai-cosi-tanti-ricoveri-prima-della-pandemia_it_6006f714c5b697df1a09146e?ref=fbpr&fbclid=IwAR0OkifBxRuY3jOAhqpXTkUHbJuj6lGWQE4QWmaLb7Wkeoc-B7m8TCfUkXQ

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