Covid nei bambini e sindrome di simil-Kawasaki (o Mis-C), sintomi e cure - QdS

Covid nei bambini e sindrome di simil-Kawasaki (o Mis-C), sintomi e cure

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Covid nei bambini e sindrome di simil-Kawasaki (o Mis-C), sintomi e cure

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venerdì 06 Agosto 2021

Anche i più piccoli e gli adolescenti muoiono di Covid. Ecco la complicazione più frequente, come prevenirla, riconoscerla e affrontarla.

Bambini e ragazzi non muoiono di Covid“, ci era stato suggerito nei mesi scorsi. Ma per quanto si ammalino meno e abbiano meno probabilità di sviluppare forme gravi, in Italia sono stati segnalati 28 casi mortali nella fascia 12-18 anni. E altri ancora sono finiti in terapia intensiva per infiammazione multi-sistemica.

I CASI IN ITALIA E IN SICILIA

I casi di Mis-C segnalati in Italia soltanto dal 10 febbraio 2020 sono 239. Alcuni di questi si sono verificati in Sicilia, come confermato dalla dottoressa Marilù Furnari, dirigente sanitario dell’Ospedale dei Bambini.
L’incidenza potrebbe essere esponenzialmente più alta se si considera che le segnalazioni avvengano su base volontaria.

SINDROME DI KAWASAKI, DI SIMIL-KAWASAKI E MIS-C

A spiegare cosa sia e come si curi questo quadro clinico è il professore Alberto Mantovani sul Corriere della Sera.
Questa particolare condizione clinica era stata definita, a inizio pandemia, “simil-Kawasaki” per le sue coincidenze con la malattia. Oggi, però, si parla di Sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-C) in età pediatrica, nonostante ancora le divisioni nella definizione all’interno della comunità scientifica.

La causa è ancora scientificamente sconosciuta. Ma, come confermato dal professore Andrea Biondi, direttore della Clinica pediatrica università Bicocca di Milano-Bicocca, Fondazione MBBM / Ospedale San Gerardo di Monza , e dal professor Andrea Taddio, associato di Pediatria all’Università di Trieste e consigliere del Gruppo di studio di Reumatologia della Società italiana di pediatria, si tratta di una patologia piuttosto grave.

SINDROME INFIAMMATORIA MULTISISTEMICA, SINTOMI E CURE

Come riconoscerla? I sintomi sono febbre elevata, segni di infiammazione sistemica (alti valori di neutrofili e Pcr), così come linfopenia diffusa in vari organi come cuore, polmoni e reni, congestione nasale, insufficienza respiratoria.
La malattia di Kawasaki emerge più frequentemente tra i bambini al di sotto dei 5 anni e nei Paesi orientali, si manifesta con un aumento del volume dei linfonodi.

La Mis-C colpisce soprattutto la fascia 12-18 anni e quasi mai comporta lindoadenopatia, mentre evolve non raramente in disfunzioni miocardiche, miocarditi e pericarditi.
Viene trattata – anche nei casi più gravi – con terapie a base di steroidi e immunoglobuline ad alte dosi, così come la sindrome di Kawasaki. Aggiungendo talvolta l’inibitore di una citochina infiammatoria (interleuchina-1).

La tempestività del trattamento, ancora una volta, influisce sensibilmente sulla prognosi. Quasi tutti i pazienti, curati sin da subito, guariscono senza lasciare esiti cardiaci particolari.

IL VACCINO PER GLI ADOLESCENTI? “UN PROBLEMA CHE NON SI PONE”

La Mis-C è la condizione più grave in età pediatrica e il vaccino per gli adolescenti rappresenta un’arma potente per scongiurarla. Per il professor Mantovani, “tutta la querelle sui vaccini tra i 12 e i 16 anni – spiega al Corriere – è un problema che non si pone per tre ordini di motivi: primo, è sbagliato mettere il tema in competizione con le altre fasce più a rischio, adducendo che non ci sono vaccini a sufficienza.

La seconda obiezione: non siamo certi che il vaccino protegga da questo tipo di complicazione severe, ma è ragionevole pensare che lo sia perché bene o male elemento scatenante il Covid di questa risposta disimmune in alcuni soggetti suscettibili. Terzo, credo che lo percepisca anche la gente che più il virus circola, più il rischio di varianti che si possono creare aumenta e i giovani da questo punto di vista sono molto più intelligenti di quanto pensiamo . Perché se anche vaccino non vuol dire liberi tutti, vaccino vuol dire strumento di protezione in più. Si aggiungerà cioè alle protezioni che, ahimè, dovremo mantenere anche se vaccinati: mascherine, lavaggio delle mani e distanziamento”.

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