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Covid, barista di Ispica, resilienza e idee green contro la crisi

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Covid, barista di Ispica, resilienza e idee green contro la crisi

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domenica 04 Aprile 2021

Rosario Scala, titolare del bar nella strada statale 115 di Ispica. La pandemia non ha fermato la sua voglia di lavorare. Da qualche tempo effettua consegne in auto elettrica e packaging riciclabile

Il
Covid19, oltre ai lutti ed allo sconvolgimento delle nostre vite, da
nord a sud ha portato molti problemi economici alle piccole e grandi
imprese che da sempre investono, e producono beni e servizi sul territorio.

Uno
dei settori maggiormente colpito è quello degli esercizi pubblici: bar,
ristoratori e albergatori
. Forse più di altri hanno subito l’enorme calo
del fatturato dovuto alle restrizioni a fasi alterne dei vari dpcm emessi dal governo.

Molti
i problemi ma c’è pure chi non ha voluto mollare ed è riuscito a trovare anche
delle soluzioni per andare avanti comunque.

La
storia che vi voglio raccontare è quella di un piccolo bar di provincia che si
trova ad Ispica
, lungo la strada statale 115, da cui prende pure il nome.
Un bar conosciuto dai vari agenti e rappresentanti di commercio che percorrono
ogni giorno la statale e vi si fermavano in tempi precovid19 per una sosta e
per gustare una ottima colazione.

Il
titolare è Rosario Scala, un giovane imprenditore di 47 anni che da
ben ventisette anni gestisce questo piccolo bar
, ma la cosa più importante
e che lui da sempre riesce a fare rete con le altre realtà economiche presenti
sul territorio, a sponsorizzare piccole iniziative culturali, a portare avanti
le tradizioni ed i simboli della sicilianità, a partire dal logo del suo locale:
una pala di fico d’india.

Insomma,
il suo non è soltanto un bar in quanto tale e come gli altri, è differente, o
come dice lui, sono i suoi clienti ad essere differenti. Lui offre il caffè ai
suoi avventori ma mette a disposizione i locali, la sua inventiva, in parte anche
il portafoglio per creare delle situazioni di miglioramento ambientale,
sociale e culturale
.

Tre
anni fa decide di fare un grande investimento
, si sposta in dei
locali più ampi, acquista nuove attrezzature per poter offrire ai propri
clienti anche dei servizi di panineria, cocktails e piccola ristorazione; assume
anche del personale che assieme alla sua compagna ed aiutante Vanessa, possano
soddisfare l’aumento della clientela e le aumentate richieste, tutto sembra
procedere per il meglio
fino a quando un anno fa avviene l’inimmaginabile.

E,
da allora, il nostro giovane e geniale barista non si è perso d’animo ed anzi
ha trovato delle soluzioni che hanno alleviato in parte la perdita di una
importante fetta di fatturato.

Inizia
a maggio dell’anno scorso
, in piena pandemia, a
costruire con del legno delle eleganti “confort zone”
come ama chiamarle
lui, dove i clienti potevano sedersi a due alla volta, fare le proprie
ordinazioni, gustarsi sul posto quanto ordinato e mantenere le distanze di
sicurezza imposte dai decreti del governo.

Si
tratta di vere e proprie cabine in legno poste all’esterno del locale dove vi è
anche una mensola con dei libri da potere leggere e la pulsantiera con cui
chiamare i camerieri per poter ordinare. Questa soluzione ha salvato in
parte la stagione estiva
ma con l’arrivo dell’autunno e della seconda
ondata della pandemia, il nostro Rosario ha dovuto mettere il nastro di
recinzione dinanzi alla sua “confort zone” e chiuderla ai clienti.

Ma
non si dispera ed invece di chiudere o mollare tutto come hanno fatto altri,
a torto o a ragione, si spreme le meningi e punta, ancora una volta, sulla
qualità delle materie prime acquistate dai vari produttori agricoli locali a km
zero, sull’innovazione tecnologica con una app dove fare gli ordinativi
via Internet, inoltre compra una piccola auto elettrica che possa
servire al delivery
ed a non inquinare.

In
questo modo riesce a portare a casa dei clienti gli ordinativi ricevuti.
Ma non finisce qui, lui è molto attento anche all’ambiente, già dapprima
riusciva a raggiungere un’ottima percentuale di differenziata, e allora sostituisce
i cartoni da asporto con del packaging ecosostenibile
e completamente
organico da poter buttare perfino nella compostiera
.

A
tal proposito, lui ama dire: “Penso che ognuno di noi, nel suo settore, possa
dare il suo contributo per questo pianeta di cui siamo ospiti. Citando, Andy Wharol
– credo che avere la terra e cercare di non rovinarla sia la più bella forma
d’arte che si possa desiderare”.

Le
sue soluzioni e la sua resilienza godono del costante contributo dei
suoi clienti che quotidianamente ordinano e ricevono a casa un vero e proprio
servizio completo, aldilà del semplice panino gourmet. E del suo amore e
rispetto verso l’ambiente e gli esseri umani
ne sa qualcosa anche Ombra, un
cagnolino comunale di quartiere, che di tanto in tanto gli fa visita per
ordinare e ricevere anche lei il suo panino; ovviamente takeaway e fuori dal
locale, come da normativa anticovid19!

Questo
ed altro ancora della sua attività di “barista e non” lo potete vedere anche sul
suo profilo facebook e forse anche grazie al suo piccolo contributo ed a
quello di tanti altri “andrà tutto bene”.

Corrado Santoro

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