Covid, Di Dio, "Chiederemo i danni per la gestione Covid in Sicilia" - QdS

Covid, Di Dio, “Chiederemo i danni per la gestione Covid in Sicilia”

Luigi Ansaloni

Covid, Di Dio, “Chiederemo i danni per la gestione Covid in Sicilia”

giovedì 15 Aprile 2021

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, ai microfoni di qds.it, parla dei catastrofici danni che i commercianti devono subire da ormai un anno

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, ai microfoni di qds.it, parla dei catastrofici danni che i commercianti devono subire da ormai un anno, ponendo l’accento anche sulla pessima gestione della pandemia da parte delle istituzioni.

Con la Sicilia vicinissima alla zona rossa e i commercianti di Palermo che rischiano quasi un mese di chiusure. E si dice essere pronta a chiedere i danni per la poca chiarezza degli ultimi mesi.

“Ormai il disastro è sotto gli occhi, con dei dati che come abbiamo visto nemmeno sono affidabili e ai quali nemmeno crediamo più. Noi su questi dati paghiamo, perché su di loro basiamo la nostra esistenza aziendale – dice la Di Dio – non è possibile che delle misure tanto restrittive, che condizionano la nostra vita, non si fondino su dati oggettivi. Non c’è un sistema informatizzato e non c’è un sistema di controllo sulla duplicazione dei dati. Si fa tutto con la carta e con la penna”.

La Di Dio poi annuncia possibili azioni legali per la mancanza di chiarezza nella gestione della pandemia: “Dopo un anno non è cambiato nulla, anzi le cose sono peggiorate, quindi è evidente che più di qualcosa di sia sbagliata. Noi chiediamo di riaprire, in sicurezza e rispettando le regole, ma dobbiamo riaprire.

Nessuno nega la pandemia ma non ci sono evidenze che ci si contagia in negozio o altro. Noi non scendiamo in piazza e non vogliamo mettere a ferro e fuoco la città, ma siccome ormai si parla di fatturati totalmente azzerati, è giusto che qualcuno paghi per gli sbagli fatti e per non aver gestito tutto questo con fermezza e competenza. Si fa la guerra a chi è più sceriffo, al chiudere tutto, spesso senza pensare alle conseguenze”.

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