Covid, domani via le mascherine, ma dilaga la variante Delta - QdS

Covid, domani via le mascherine, ma dilaga la variante Delta

Covid, domani via le mascherine, ma dilaga la variante Delta

domenica 27 Giugno 2021

Mentre tutt'Italia diventa bianca, preoccupa la mutazione indiana del virus, che non dà perdita dell'olfatto. Lunedì anche i nuovi dati dell'Iss. Dagli scienziati un coro: vaccini prima delle ferie

Tutta Italia zona bianca da domani, con la decadenza dell’obbligo di mascherine all’aperto, proprio mentre crescono i timori per nuove chiusure e zone rosse a causa della variante Delta del coronavirus.
“La zona bianca è un risultato incoraggiante – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza -, ma , soprattutto alla luce delle nuove varianti, servono ancora cautela e prudenza. La battaglia non è vinta”.
Variante Delta sarà dominante
Un’affermazione condivisa dagli scienziati: la direttrice del dipartimento per le malattie infettive dell’Iss, Anna Teresa Palamara, pur parlando di allerta e non di allarme, avverte che la variante Delta è destinata a diventare dominante.
I dati del report di venerdì dell’Istituto superiore di Sanità parlano chiaro: in poche settimane i casi si sono quadruplicati, arrivando al 16,8%.
Domani i dati dell’Iss
Ma l’indagine veloce che sarà pubblicata domani e che fissa la situazione al 22 giugno, potrebbe rivelare un quadro già molto cambiato, con una percentuale di incidenza vicina al 20-25% dei casi. Soglia che, secondo Carlo La Vecchia, epidemiologo e ordinario all’Università di Milano, potrebbe far scattare quel nuovo aumento di contagi tanto temuto.
“Per quanto riguarda la variante Delta – ha sottolineato il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza – il Ministero e le Regioni stanno alzando il livello di guardia. E’ necessario continuare con la campagna di vaccinazione per immunizzare il maggior numero possibile di persone con il ciclo completo e allo stesso tempo. Ed è importante mantenere dei comportamenti individuali prudenti”.
Non dà perdita dell’olfatto
A complicare le cose, se i primi dati saranno confermati, c’è il fatto che la variante Delta non avrebbe quell’importate sintomo spia che ha aiutato a identificare i casi sin dall’inizio: la perdita dell’olfatto.
Secondo Massimo Galli, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ciò renderebbe “più difficile identificare il virus”.
“Si segnala – ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro – un numero crescente di focolai della variante Delta che, come sappiamo, presenta una maggiore trasmissibilità e che deve farci porre notevole attenzione” .
Un coro per le vaccinazioni
L’appello di tutti gli esperti è quello di correre con il completamento delle vaccinazioni, raggiungere subito coloro che ancora non hanno ricevuto neanche la prima dose e non rinviare per alcun motivo la seconda. Anzi i richiami, secondo Carlo La Vecchia, epidemiologo e ordinario all’Università di Milano, dovrebbero essere anticipati per gli over 60.
In Italia, infatti, sono ancora oltre due milioni e settecentomila gli over 60 non ancora vaccinati: come se tutti gli abitanti di Roma non avessero ancora ricevuto neanche una dose. Emerge dall’ultimo rapporto settimanale della struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Sono 354mila gli over 80 “in attesa di prima dose o della dose unica”, sono 813mila nella fascia 70-79, e 1,5 mln nella fascia 60-69: in totale circa 2,7 mln ancora non immunizzati.
Si corra sul sequenziamento
Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, “occorre che gli italiani si vaccinino perché con la variante Delta gli obiettivi finali della campagna vaccinale sono cambiati: dobbiamo immunizzare l’80-85% della popolazione. E poi bisogna procedere al sequenziamento e alla genotipizzazione dei casi registrati: è inaccettabile che in un momento come questo l’Italia rimanga all’1% dei casi sequenziati, dobbiamo correre e arrivare anche al 10%”.
Vaccino prima delle vacanze
“Bisogna fare il richiamo senza rimandare a dopo le vacanze – ha detto l’immunologa dell’Università di Padova Antonella Viola -, finché non si è completamente vaccinati (dieci giorni dalla seconda dose), bisogna continuare a usare mascherine e distanziamento. Solo dopo il ciclo completo di vaccinazione possiamo sentirci al sicuro”.
“E’ importante che si parta per le vacanze con la seconda dose di vaccino effettuata – ha aggiunto Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma – e dobbiamo convincere a non rinviare il vaccino per andare in ferie”.
Vaccinazione, meglio eterologa
Infine, uno studio pubblicato Lancet ha dimostrato come la vaccinazione eterologa, ossia con vaccini diversi, agisca in modo anche più efficace della omologa, provocando una risposta migliore del sistema immunitario.

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