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Covid e zone rosse, parrucchieri e barbieri aperti, estetiste no

Covid e zone rosse, parrucchieri e barbieri aperti, estetiste no

Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica, definisce questa decisione “Discriminazione di genere. Le donne non hanno diritto alla loro igiene personale, gli uomini sì”.

È come dire che, in zona rossa, curare barba e capelli è più importante che curare sopracciglia, baffetti e peli di troppo.

A pensarla così è l’avvocatura di Stato che, giustificando la chiusura dei centri estetici, ha spiegato che “curare la barba corrisponde ad un bisogno ed esigenza di cura, anche igienica, ben più essenziale e irrinunciabile”.

E allora… donna baffuta? Il Governo l’ha voluta!

Ovviamente, in questa presa di posizione, non sono contemplati tutti i motivi – non solo estetici – legati al benessere psicofisico che portano tante donne ad affidarsi alle estetiste per contrastare una serie di problematiche legate all’eccessiva peluria, fonte di disagio e fastidio.

Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica, definisce pertanto questa decisione: “Discriminazione di genere. Le donne non hanno diritto alla loro igiene personale, gli uomini sì”.

È questo il motivo che ha portato Confestetica ad impugnare i DPCM del 3 novembre e del 3 dicembre 2020, e quello del 14 gennaio 2021, chiedendo ricorso al TAR.

Entro e non oltre il 2 febbraio l’avvocatura dello Stato deve, allora, produrre una documentazione idonea e non “discriminatoria, misogina, sessista e maschilista”, per la trattazione alla Camera del Consiglio, il 10 febbraio.

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Pierfrancesco Laudani

Pierfrancesco Laudani, delegato Confestetica Sicilia, ha organizzato un movimento di protesta “civile ma energetica” per riabilitare la figura dell’estetista, da sempre denigrata e svalutata dalla legge italiana. Così, in poche ore, è nato il gruppo “Estetiste professioniste Sicilia”, sostenuto anche da Angelica Pippo –estetista e presidente nazionale di Confestetica – e dal segretario Roberto Papa, raggruppando oltre duecento addette/i del settore estetico che fanno fronte comune per tutelare la loro categoria, le loro esigenze e i princìpi della parità di genere e di trattamento nella loro professione.

“Tutte le estetiste d’Italia, ma penso anche tutte le donne d’Italia sono indignate da questo tipo di memoria difensiva da parte dell’avvocatura dello Stato – dichiara il delegato Confestetica Sicilia, Pierfrancesco Laudani – ma in primis anche io, da uomo, mi sento mortificato di essere accostato a questo tipo di genere maschile: la maggior parte degli uomini fortunatamente non la pensiamo come questi avvocati!”

Alessia Giaquinta