Una battuta d’arresto che si osserva a partire dalle restrizioni di marzo-aprile ‘20. L’Isola prima regione del Mezzogiorno per separazioni consensuali
PALERMO – Sposarsi oggi? Un azzardo per molti e una possibilità per pochi. La pandemia ha avuto un impatto drammatico sui matrimoni lasciando un’eredità senza precedenti: un crollo di portata eccezionale che ha quasi dimezzato il numero delle nozze in Sicilia in un solo anno.
A rivelarlo è l’Istat, secondo cui a non avere subito rallentamenti, invece, sono i divorzi consensuali che, al contrario, salgono a 13,6%.
La battuta d’arresto si osserva a partire da marzo 2020 con picchi ad aprile e maggio per via delle pesanti restrizioni imposte dalla pandemia.
A livello territoriale, il calo è molto più pronunciato nel Mezzogiorno (-54,9%) rispetto al Centro (-46,1%) e, soprattutto, al Nord (-40,6%).
I GIOVANI NON LASCIANO IL “NIDO”
L’età in cui si convola a nozze è in continua crescita. La classe 30-39 anni in cui cade l’età media al matrimonio appare nel 2021 (dopo il calo subito tra 2019 e 2020) ancora più consistente soprattutto per gli uomini (49,7% nel 2021; 45,8% nel 2019).
L’incidenza dei matrimoni tra sposi fino a 29 anni, invece, vede una diminuzione rispetto al periodo prepandemico sia per gli uomini sia per le donne, testimoniando le già evidenziate difficoltà dei giovani a formare una famiglia nel contesto di maggiore incertezza economica dovuta alla pandemia.
Tanti sono i fattori collegati alla protratta permanenza dei giovani nella famiglia di origine: dall’aumento diffuso della scolarizzazione e l’allungamento dei tempi formativi fino alle difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso. Tutto ciò causa un effetto diretto sul rinvio delle prime nozze, che si amplifica nei periodi di opportunità economiche sfavorevoli, spingendo i giovani a ritardare ulteriormente rispetto alle generazioni precedenti.
PANDEMIA ED INSTABILITÀ CONIUGALE
La pandemia ha avuto impatto anche sull’andamento dell’instabilità coniugale. Nel 2020, infatti, le separazioni sono state complessivamente 79.917 mila.
La Sicilia, tra la quota di accordi consensuali con negoziazioni assistite da avvocati, con una percentuale del 13,6 raggiunge il suo valore massimo piazzandosi prima in classifica tra le Regioni del Sud Italia con il maggior numero di separazioni ex art.6. Preceduta dal Lazio (21,0%) e a seguire Campania (12,5%) e Toscana (12,4%).
Il più assurdo dei paradossi, questo, visti i numeri che da sempre hanno caratterizzato l’andamento più che positivo delle celebrazioni nuziali in Sicilia.
UN SETTORE IN FORTE CRISI: IL WEDDING
È ormai ben noto il devastante impatto economico causato dalla pandemia da Covid-19. A essere stati travolti sono tutti i settori dell’economia. Alcuni, però, sono stati colpiti più di altri: il settore degli eventi è primo fra tutti.
Il calo tra 2019 e 2020 è stato piuttosto notevole (-47,4%): secondo i dati dell’Istat, a diminuire sono stati soprattutto i riti religiosi (-67,9%) e i primi matrimoni (-52,3%). In calo anche le unioni civili omosessuali (-33%). I dati sono spaventosi ma lo scenario a cui fanno da sfondo è ancora più critico. Capiamo meglio come: a partire da marzo 2020 l’Associazione Nazionale Events Luxury Wedding ha stimato un crollo del fatturato totale del comparto pari a circa 26 miliardi di euro, di cui il settore wedding subisce una perdita secca del 100%.
Gli eventi sono stati i primi ad aver visto completamente azzerati i ricavi e gli ultimi nella ripresa economica. È stato necessario, dunque, alzare la voce e far sentire il grido d’aiuto degli Addetti all’Organizzazione di Eventi che, finalmente, è stato ascoltato: il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Economia hanno approvato il decreto congiunto per sbloccare i fondi a favore dagli operatori del comparto matrimoni ed eventi.