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Covid, Fotografi dimenticati dal Governo, crollo delle commesse

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Covid, Fotografi dimenticati dal Governo, crollo delle commesse

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giovedì 25 Febbraio 2021

I fotografi, nel 2020, hanno visto un enorme crollo delle commesse a causa dell'annullamento delle cerimonie, eventi fieristici, attività di promozione pubblicitaria da parte delle aziende, piccoli servizi come fototessera o ritratti.

Tra i settori maggiormente penalizzati dalle misure di contenimento al contagio da Sars-Cov2 imposte dal Governo c’é sicuramente quello della fotografia.

I fotografi, nel 2020, hanno visto un enorme crollo delle commesse a causa dell’annullamento delle cerimonie, eventi fieristici, attività di promozione pubblicitaria da parte delle aziende, piccoli servizi come fototessera o ritratti.

Carmelo Ferrara

“Gli ultimi dodici mesi sono stati inesistenti dal punto di vista lavorativo è il grido d’allarme di Carmelo Ferrara – coordinatore Fotografi Palermo – A causa del Covid e dei conseguenti provvedimenti governativi, il mondo degli eventi è stato interessato esclusivamente da annullamenti. È come un anno mai vissuto lavorativamente. La cosa più drammatica è che ci attendiamo un 2021 tale e quale perché la gente è disincentivata ad organizzare eventi per paura che possano saltare”.

Ferrara aggiunge che le misure varate dal Governo alle imprese si sono rivelate, per certi versi, inique e penalizzanti nei confronti di alcune categorie, come i fotografi e i video maker, abbandonati e non tutelati nonostante le richieste di aiuto.

“Parlare di aiuti nei confronti della nostra categoria è assolutamente inopportuno poiché non ce ne sono stati. A livello statale, in fase di primo lockdown ci sono state corrisposte due tranche da 600 euro,  a livello regionale la nostra categoria è stata del tutto dimenticata”.

Una categoria che lavora esclusivamente di assembramenti, sottolinea il coordinatore dei Fotografi Palermo, in un periodo in cui non ve ne possono essere doveva essere inserita nelle priorità delle agende statali e locali: “Così non è stato e questa situazione inizialmente ci rammaricava. Adesso siamo veramente arrabbiati, stanchi e poveri. Appare chiaro che altre categorie più appoggiate politicamente e più tutelate da sindacati e confederazioni hanno avuto trattamenti migliori”.

Ferrara racconta che molti fotografi hanno dato fondo ad ogni risparmio e ormai molti di questi hanno come unica prospettiva la chiusura. “Non saprei quantificare il numero delle attività destinate a chiudere per sempre le saracinesche ma siamo ben oltre il 50%”.

Numerosi sono stati gli appelli lanciati in questi mesi, rivolti a gran voce alla politica affinché si intervenga in modo importante, veloce e senza discriminazioni prevedendo misure eccezionali di sostegno al reddito, da assicurare attraverso finanziamenti a fondo perduto per gestire la ripartenza delle imprese, accesso al credito non vincolato al fatturato e la sospensione di tasse, mutui e bollette di tutte le utenze e degli adempimenti di carattere fiscale e contributivo. Ai futuri fotografi Ferrara si sente di dire che: “Il virus passerà e si ritornerà ad organizzare eventi, quindi, se i giovani hanno questa passione per la fotografia devono coltivarla”.

Qualcosa, secondo Ferrara, è cambiato e bisogna  chiedere con forza un albo che riconosca la categoria in tutta Europa con l’obiettivo di essere riconosciuti sotto tutti i profili per la tutela dei diritti.

Mario Catalano

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