Covid, Franco Locatelli (Cts) su Green Pass e zona gialla - QdS

Covid, Franco Locatelli (Cts) su Green Pass e zona gialla

Covid, Franco Locatelli (Cts) su Green Pass e zona gialla

mercoledì 21 Luglio 2021

Per gli scienziati del Comitato ci sono "Valutazioni da fare". "Nessuno vuol chiudere, ma va gestita la curva epidemia". La polemica sui morti minorenni di Covid. Bassetti, "I vaccini sono lo Stato"

“Nessuno vuol chiudere nulla, in particolare in un momento come l’estate. Ma va anche gestita la ripresa della curva epidemica: ci sono valutazioni da fare”.

Zona gialla in agguato per alcune regioni tra cui la Sicilia, green pass, nuovi parametri per restare in zona bianca mentre i contagi da coronavirus crescono.

Il coordinatore del Cts, il professor Franco Locatelli, a ha risposto alle domande sui temi al centro del dibattito, con la cabina di regia e il Consiglio dei ministri chiamati a scegliere.
“Il Comitato tecnico scientifico – ha detto – può fornire dati e consulenza, ma tocca alla politica” prendere decisioni, evidenziando anche “un’apertura di riflessione importante rispetto al modello di green pass.

Parlando delle zone gialle, Locatelli ha sottolineato che “Se i numeri cresceranno in maniera marcatissima e ci sarà un impatto sui servizi sanitari, ci sarà una rimodulazione dei profili di rischio. E’ uno dei punti di riflessione”.

“Si tratta – ha aggiunto – di una decisione da assumere dopo attenta ponderazione, è evidente che nessuno vuol chiudere nulla in particolare in un momento come l’estate. Ma va anche gestita la ripresa della curva epidemica: ci sono valutazioni da fare”.

“Se guardiamo l’evoluzione della ripresa dei contagi – ha detto ancora Locatelli – , adesso si considera l’impatto sui servizi ospedalieri. Ma dobbiamo pensare a fare qualcosa davanti alla ripresa della circolazione virale: abbiamo quasi cinque milioni di connazionali oltre i cinquant’anni d’età che non hanno ricevuto una singola dose di vaccino. Nella fascia 70-79 anni, il 13% non ha avuto una singola dose di vaccino e una persona di questa età ha una probabilità su dieci di perdere la vita se si infetta”.

Locatelli ha parlato della necessità di “misure incentivanti”, spiegando, “se posso avere accesso ai cinema, alle piscine, ai ristoranti al chiuso… Siamo così sicuri che il green pass non aumenterebbe il numero degli avventori nei ristoranti?”.

Morti 27 minorenni

E ai negazionisti e a coloro i quali chiedono di evitare il vaccino almeno ai minorenni, il coordinatore del Cts ha ricordato che “nella fascia 0-18 anni ne sono morti 27 e ci sono stati oltre 300 ricoveri: già questa è una motivazione importante per vaccinare”.

“Per la fascia 12-18 anni – ha aggiunto – c’è un vaccino approvato dopo stringenti esami”

Falso dunque che i vaccini siano sperimentali.

“Non è stato saltato nessuno step – ha detto – e i vaccini hanno cambiato la storia di un numero straordinario di malattie. C’è una paura della cura: la paura fa parte di ognuno di noi e va rispettata, il medico ha il dovere di affrontare paure, ansie e incertezze. Può farlo solo con il dialogo. Dall’altra parte, cosa sappiamo degli effetti a lungo termine del Covid?”.

“Due dosi – ha ribadito – offrono una protezione superiore al 97% dalle forme gravi di malattia. Abbiamo dati secondo cui la protezione dura nove mesi, ma potrebbe durare anche per un periodo più lungo. Non sappiamo se e quando sarà necessaria, è prematuro parlarne in tal senso. Accumuleremo progressivamente dati che verranno analizzati e interpretati”.

L’attenzione si sposta sui giovani: “Bisogna fare informazione e educazione, in particolare bisogna parlare con i giovani. E’ fondamentale vaccinare per favorire la socializzazione dei ragazzi, la loro presenza a scuola e per ridurre la circolazione virale. La scuola è una priorità. Deve ripartire in presenza? Assolutamente sì”.

I vaccini sono lo Stato

Intanto Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, ha affermato che “Chi oggi mette in dubbio i vaccini mette in dubbio l’esistenza stessa dello Stato”.

“Se non vacciniamo oggi – ha aggiunto – , non saremo in grado di affrontare la quarta ondata e non ha senso una battaglia politica sui vaccini”.

“Bisogna chiarire la questione – ha detto ancora – delle varianti che sarebbero causate dai vaccini, che è uno degli strumenti usato da no vax e ‘ni vax’. In Inghilterra hanno iniziato la vaccinazione nel pieno della seconda ondata. Mentre la vaccinazione procedeva, il contagio si disseminava. Evidentemente, quando il virus si diffonde, muta. Ma non muta perché c’è un vaccino. Qui parlano in troppi senza avere le competenze”.

“Chi dice che i giovani non devono vaccinarsi – ha aggiunto Bassetti – dovrebbe venire in rianimazione a vedere la gente che sta male. L’obiettivo del vaccino è prevenire la malattia grave ed evitare i decessi. Cosa ci importa se ci cola il naso dopo un tampone positivo? Ci importa che gli ospedali non esplodano. Se non vacciniamo il più possibile oggi, in un momento di relativa calma, non riusciremo ad affrontare la quarta ondata”.

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