Covid, medici deceduti, "Si riconosca infortunio sul lavoro" - QdS

Covid, medici deceduti, “Si riconosca infortunio sul lavoro”

Covid, medici deceduti, “Si riconosca infortunio sul lavoro”

lunedì 19 Luglio 2021

“Dopo alcune centinaia di medici deceduti a causa della pandemia, il Governo deve intervenire per il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro a seguito di contagio da Cov Sars2”. Lo afferma Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani commentando le dichiarazioni di Franco Bettoni presidente dell’Inail sul permanere dell’ esclusione al risarcimento per le famiglie dei medici di medicina generale e liberi professionisti morti durante la pandemia in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’ Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

“Non è servito il sacrificio di più di 350 medici, di cui più della metà medici di famiglia, per far estendere le tutele sul lavoro a tutta la categoria. Adesso il Governo prenda atto di questa tragica realtà e metta urgentemente in campo uno strumento normativo adeguato che riconosca ai medici di medicina generale e a quelli convenzionati le tutele previste per tutti gli altri lavoratori anche coinvolgendo gli istituti assicurativi privati che al pari di Inail non prevedono tale tipo di copertura . I medici convenzionati devono poter usufruire della copertura assicurativa e dei conseguenti riconoscimenti economici”, dice Onotri.

E aggiunge: “Auspichiamo un intervento incisivo del Ministro della Salute, questa è l’esplicita richiesta fatta dal Sindacato dei Medici Italiani all’ ultimo incontro al Ministero del 9 luglio scorso”.

“Non si può chiedere alla categoria dei medici di medicina generale solo sacrifici e sforzi sovrumani: vaccinazioni, green pass, aggiornamenti del sistema Tessera Sanitaria , dodici ore di reperibilità al giorno 7 giorni di 7, la cura dei pazienti cronici e di quelli covid di cui, e ricordiamo, infine che il 96,4% è stato curato a casa dai medici di medicina generale – conclude – dopo gli insulti e le accuse di diserzione, negare ai familiari delle nostre vittime un indennizzo anche simbolico è un colpo al cuore. Nel caso del riconoscimento degli infortuni dei medici sembrerebbe che la categoria non valga nemmeno un grazie da parte delle istituzioni. Segno che la medicina territoriale sta per essere smantellata? Si abbia allora il coraggio di dirlo ai cittadini”.

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